A Marneuli, un comune situato a metà strada tra la capitale georgiana Tbilisi e il confine con l'Armenia - distante solo una ventina di chilometri a sud - sorge un vigneto coltivato con varietà di uva Muscat Hamburg, Italia e Sugraone. Piantate cinque anni fa, le viti stanno ora entrando progressivamente in piena produzione. L'idea è di Ketevan Chkhitunidze, psicologa che ha scoperto la passione per l'orticoltura durante la pandemia, seguendo le orme del padre Mirian Chkhitunidze, agricoltore esperto con oltre trent'anni di attività nella coltivazione di ortaggi e cereali.
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Ketevan Chkhitunidze
Nonostante la reputazione consolidata della Georgia come nazione produttrice di vino, la coltivazione di uva da tavola è rimasta per lungo tempo ai margini nel Paese caucasico. "Tutta l'attenzione è rivolta al vino", osserva Ketevan con un sorriso. "Eppure, proprio qui a Marneuli - e non a Kakheti, nota per i vini a base di Saperavi - è stata ritrovata un'anfora da vino vecchia di migliaia di anni".
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"Abbiamo piantato sette ettari nel 2020 con tre varietà: Sugraone, Muscat Hamburg e Italia"
Nel 2024, secondo i dati dell'ufficio statistico nazionale Geostat, la produzione di uva da vino in Georgia ha raggiunto circa 320mila tonnellate. Al contrario, la superficie dedicata all'uva da tavola è stimata in appena 250 ettari, per una produzione totale intorno alle 5.000 tonnellate, considerando una resa media di 20 tonnellate per ettaro. Lo scorso anno, le esportazioni di uva da tavola si sono fermate a 943 tonnellate, destinate per lo più alla Russia. A titolo di confronto, la Spagna esporta ogni anno circa 200mila tonnellate di uva da tavola, all'incirca 200 volte di più. Nello stesso periodo, la Georgia ha importato 2.600 tonnellate di uva da tavola, provenienti principalmente dall'Armenia (1.800 tonnellate), dalla Turchia (400 tonnellate) e dai Paesi Bassi (400 tonnellate), quest'ultimi come snodo logistico.
"Non c'è mai stata, in effetti, una vera tradizione nella coltivazione di uva da tavola in Georgia negli ultimi cento anni", spiega Ketevan. "Durante il periodo sovietico si preferivano altre colture, come grano e pomodori. Anche per mio padre, che lavora la terra da una vita, le uve da tavola rappresentano una novità assoluta". L'azienda ha piantato sette ettari nel 2020, scegliendo tre varietà: la Sugraone, croccante e apirena, che si raccoglie tra luglio e agosto ma che finora ha dato rese inferiori alle aspettative; e le aromatiche Muscat Hamburg e Italia, che si raccolgono a settembre. "Non sono varietà comuni in Georgia", precisa Ketevan.
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Muscat Hamburg
Il fatto che il mercato dell'uva da tavola in Georgia sia ancora in fase di sviluppo si nota da un dato significativo: a volte le uve da vino spuntano prezzi più alti rispetto a quelle da tavola, specialmente a settembre, quando l'offerta è più abbondante. "Lo scorso anno abbiamo venduto come uva da tavola solo la Sugraone, attraverso il mercato all'ingrosso locale. I raccolti di Muscat Hamburg e Italia sono invece finiti in vinificazione. Produciamo anche vino e chacha, il distillato georgiano tradizionale, con il nostro marchio Alverdi".
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Uva Italia
Poiché i prezzi dell'uva da tavola tendono a salire durante l'inverno (una vaschetta da 250 grammi può arrivare a 3 euro nei supermercati), Ketevan sta pianificando un investimento in celle refrigerate per poter cogliere questa opportunità commerciale più redditizia.
"Abbiamo appena cominciato con l'uva, ma ci crediamo davvero. Stiamo anche pensando di espandere il vigneto. L'obiettivo è riservare le uve di qualità superiore al mercato del fresco e utilizzare il resto per produrre vino e chacha", conclude Ketevan.
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Per maggiori informazioni:
Ketevan Chkhitunidze
Alverdi
Tsereteli (Marneuli) - Georgia
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alverdiwinery@gmail.com