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Parole d'Ortofrutta di Giancarlo Amitrano

Visita deludente in un punto di vendita estero

L'obiettivo della qualità in area ortofrutta non può essere un mero esercizio dialettico e se, in linea di massima, nessun gruppo retail moderno dichiarerà mai di perseguire un target di offerta qualitativa medio-bassa, diventa decisamente vincolante puntare all'optimum se l'insegna si propone al grande pubblico come premium sin dall'atto costitutivo. E così girovagando per la Spagna, tra Siviglia e Cadice, alla ricerca del tonno perfetto, decido di fare visita a un El Cort Inglés-Hipercor, a detta di alcuni locals paragonabile a un Harrods di londinese memoria. Con queste premesse, comincio ad aggirarmi nel reparto ortofrutta del pdv di Bahia di Càdiz.

© Amitrano © Amitrano

Al primo impatto, si percepisce una numerica di referenze ridotta pur in un'area di dimensioni importanti, fattore che però potrebbe ben conciliarsi con il concetto di "poco ma buono". Sulla testata d'entrata trovo una profonda offerta di ciliegie, quasi tutte con pack definibile premium: vaschetta specchiata da 500 grammi ma, a un attento esame, con prodotto di calibro circa 24+ leggermente stanco e con presenza diffusa di frutti raggrinziti; a seguire un "pituffo" di sfuso da circa 750 grammi, due tipologie di mini colli calibro 28-30, ma senza picciolo, a un prezzo decisamente inferiore (nonostante di calibro sostenuto), una confezione di calibro extra 32+ da 500 grammi con singoli frutti adagiati in alveolo tipo mon chèri (qui è scattato un wow senza compromessi).

Mondo pesche sottotono, con il calibro A per presidiare il top di gamma, AA o AAA non pervenuti; nessuna delle padelline in mostra era a mio avviso degna d'acquisto, con frutti morbidi al tatto, epidermide raggrinzita, macchie diffuse da sovra-maturazione. Bello il Piel de Sapo esposto in cestini di vimini rialzati a effetto vecchia fattoria, nonostante un prezzo di 3.49 €/kg, non proprio accattivante.

© Amitrano © Amitrano

Le banane presenti erano solo della tipologia tipica delle Canarie, quindi mediamente piccole, ma sicuramente apprezzate nel mondo ispanico; purtroppo, il prodotto era molto mixato sul banco, con presenza di frutti da verdi a tigrati: anche in questo caso, il gestore del reparto non si è certamente contraddistinto per intraprendenza nel "sostenere" le quote di distrutto!

Il pomodoro a grappolo era di un bel colore rosso vivo, frutti lucidi, raspo ben formato e verde; provenienza Portogallo, forse per rimanere nei confini della penisola iberica; prezzo di vendita 1,99 €/kg. Su lato verdure, tutto molto standard senza velleità di selezioni varietali e/o di categoria, ma anche qui con varie referenze che avrebbero fatto più bella figura nel secchio degli scarti, vista la presenza di foglie ingiallite, appassite, marcescenti.

© Amitrano © Amitrano

Una particolarità gestionale da segnalare è che tutto il mondo dei confezionati (mele, arance, funghi, cherry rossi, pere, etc.) era allocato in murales refrigerati verticali, a porte frontali chiuse, come spesso si vede per i surgelati. La sensazione però è che queste porte raramente vengano aperte sia dalla clientela sia dai gestori, per cui vi era una presenza diffusa di guasto: su 5 cavolfiori a scaffale, ben 4 erano puntinati di muffa. Sicuramente però un metodo gestionale che potrebbe aiutare a preservare in maniera importante la vita residua della merce, oltre a sottolineare una certa convinta vocazione all'eccellenza.

Con queste premesse, non sarà sfuggita di certo la delusione che la visita mi ha arrecato avendo constatato che dichiarare la qualità come obiettivo dell'offerta proposta possa diventare un volano controproducente, se tutta la filiera di gestione interna non lavora all'unisono per perseguire il medesimo risultato.

© Amitrano © Amitrano

Non ha senso programmare acquisti alla fonte di categoria superiore, o almeno ritenuti tali, se la manutenzione del prodotto in vendita non è allineata alla politica perseguita. E, al contempo, non si può pretendere di fare qualità offrendo un prodotto decisamente standard.

Sono sempre stato del parere che nei momenti in cui i fattori meteo esterni, che influenzano la produzione, non permettono di avere referenze al top, la mano del repartista sia fondamentale per preservare la vendibilità. Ma ho anche sempre dichiarato che un prodotto classificato come buono all'interno di un Cedi, spesso e volentieri sui banchi diventa mediocre ancor prima che ci sia una qualche manipolazione da parte della clientela. E in quest'ottica, a mio avviso la linea evolutiva tra deposito e pdv spesso è: l'ottimo diventa buono, il buono passa a mediocre, il mediocre diventa invendibile. Teniamolo a mente quando decidiamo di fare un acquisto di partite al di sotto dello standard medio.

© Amitrano

Non me ne vogliano i colleghi dell'insegna visitata per questa recensione non richiesta, ma se la qualità, come accennato nella premessa, è obiettivo universale non dichiarato nel mondo ortofrutta, non si possono fare sconti a chi della qualità si fregia tout court a mo' di vessillo.
A questo punto, però, tremo in attesa di una loro eventuale vacanza romana!

Del resto: excusatio non petita, accusatio manifesta!

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 69)