Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il report di CSO Italy

Pesche e nettarine: la produzione italiana è prevista in crescita dell'1 per cento rispetto al 2024

Le dinamiche della filiera delle pesche e nettarine e in genere delle drupacee in Italia o in Europa sono legate alla disponibilità di dati produttivi che devono essere tempestivi, ma anche al monitoraggio settimanale dei quantitativi in entrata nei magazzini. La deperibilità di questi frutti e la loro ampia diffusione geografica nel Paese, con differenze di maturazione fra le aree più a Nord e quelle più a Sud, legate anche e soprattutto all'andamento climatico che incide sulla maturazione dei frutti, rendono cruciale l'accuratezza delle previsioni.

Il 2024 ha rappresentato un'annata di relativa "normalità" per quanto concerne il pesco, caratterizzata da un'offerta equilibrata che ha favorito una stagione commerciale positiva. Le premesse per il 2025 si presentavano simili, con volumi produttivi attesi non eccedentari né in sofferenza, mentre a livello europeo si prevede un calo complessivo.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

In Italia, la tendenza alla riduzione delle superfici coltivate prosegue da diversi anni. Questa flessione è più marcata nelle regioni centro-settentrionali, mentre il Mezzogiorno mostra una maggiore stabilità, pur con andamenti differenziati tra i vari bacini produttivi. L'aggiornamento al 2025 indica una contrazione del -3% a livello nazionale, con circa 41.700 ettari in produzione. Nello specifico, le nettarine coprono oltre 21.400 ettari (-2%), le pesche quasi 18.000 ettari (-4%) e le percoche meno di 2.400 ettari (-5%).

Dal punto di vista produttivo per il 2025, si sono registrati localizzati danni da gelo o freddo in alcuni bacini, che influenzeranno le rese unitarie, ma l'impatto complessivo a livello nazionale è comunque poco significativo. Le regioni meridionali, con l'eccezione della Puglia che subisce una vera diminuzione dell'offerta, mostrano prospettive positive, con Sicilia, Campania e, in misura minore, Basilicata che prevedono un aumento del raccolto. La Calabria dovrebbe mantenere volumi simili al 2024. Al Nord, il calo produttivo in Emilia-Romagna e Veneto (anche a causa della riduzione delle superfici) è in parte compensato da un lieve aumento in Piemonte.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

Le stime CSO Italy di giugno confermano le prime valutazioni di metà maggio: la produzione nazionale di pesche da consumo fresco è stimata a 416.000 tonnellate (+4% sul 2024), le percoche a quasi 50.000 tonnellate (-15% sul 2024), e le nettarine a circa 464.000 tonnellate (livello simile al 2024). Il totale complessivo per le specie in Italia si attesta a circa 930.000 tonnellate, un +1% rispetto al 2024. Questo volume, analogo alla stagione precedente, è considerato gestibile e non eccedentario.

A livello europeo, il 2024 aveva registrato una ripresa significativa, con oltre 3,4 milioni di tonnellate di drupacee complessive e più di 2,7 milioni di tonnellate destinate al mercato del fresco. Questa ripresa ha fatto seguito al triennio 2020-2022, caratterizzato da eventi avversi e produzioni inferiori ai 3 milioni di tonnellate complessive per i quattro principali Paesi produttori (Italia, Spagna, Grecia e Francia).

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

Per il 2025, le previsioni europee indicano un calo: circa di 2,5 milioni di tonnellate di pesche e nettarine (-7% sul 2024), escludendo le produzioni industriali. L'offerta complessiva, includendo le percoche, dovrebbe ammontare a circa 3,1 milioni di tonnellate (-9% sul 2024), risultando inferiore anche al 2023. Questa diminuzione è principalmente attribuibile alla Grecia, colpita da significative gelate. Francia e Spagna hanno registrato condizioni meteorologiche sfavorevoli durante o dopo la fioritura (piogge abbondanti e frequenti accompagnate da diverse grandinate), che impediranno il raggiungimento del massimo potenziale produttivo.

La situazione europea per il 2025, pur con volumi inferiori al 2024, si prospetta comunque gestibile, considerando che la stagione precedente, con un'offerta superiore, si era rivelata soddisfacente dal punto di vista commerciale.

© Aya Rosen | Dreamstime

Una tendenza di lungo periodo che merita attenzione è la costante riduzione delle superfici a pesco nei quattro principali Paesi produttori europei.

Secondo i dati Eurostat, si è passati da oltre 207.000 ettari nel 2015 a meno di 170.000 ettari nel 2024, con una perdita di quasi 40.000 ettari, prevalentemente in Italia e Spagna. Questo comporta che il potenziale produttivo massimo europeo, che fino a non troppi anni fa poteva raggiungere e superare i 4 milioni di tonnellate (e che allora rappresentava un segnale di possibili crisi di mercato), oggi difficilmente supererà i 3,5 milioni di tonnellate, anche nelle stagioni più favorevoli.

La costante contrazione delle superfici coltivate, senza un'espansione in altri Stati membri, ridefinisce il concetto di "eccesso di offerta": superare i 4 milioni di tonnellate non è più una possibilità. Sarebbe forse sufficiente una consapevolezza maggiore su questa nuova potenzialità produttiva, per essere più forti sui mercati.

Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT

Data di pubblicazione:

Articoli Correlati → Vedi