In alcune aree del Sud Italia, la siccità sta influenzando diverse colture, con areali in cui si evidenziano situazioni più critiche di altre.
Per Antonello Savoia, agricoltore di Montalbano Jonico (Matera) con oltre 20 ettari investiti tra kaki e agrumi, le prossime annate agrarie, in partenza in autunno, verranno contrassegnate da un segno meno. Le aspettative per i prossimi raccolti sono tutt'altro che rosee, almeno dal punto di vista delle rese.
© Antonello SavoiaCascola dei kaki
"Già oggi, so già di aver perso circa 80mila euro di utili, un valore che si riferisce soltanto agli agrumi. Il calo di produzione è già visibile e legato agli stress climatici dovuti alla siccità. La gravità della situazione è acuita dal fatto che la stagione estiva è appena iniziata. Oltre ai sei ettari dedicati ad arance, vendute a società commerciali, coltivo 15 ettari di kaki a polpa soda della varietà Rojo Brillante, conferiti invece alla Gallicchio Frutta, per poi essere proposti sui mercati a marchio Divino. Per i diospireti (coltivazione di kaki), è confermato il dimezzamento produttivo. Entrambe le tipologie registrano già una cascola dei frutti (caduta precoce dei frutticini) molto accentuata. Il rilascio dei frutti è la prima risposta della pianta come meccanismo di autoregolazione".
Le temperature elevate generano effetti negativi su tutte le piante, perché l'apparato fogliare, surriscaldandosi, si mette in difesa e chiude gli stomi. Ciò provoca un abbassamento dell'attività fotosintetica, con ripercussioni sull'accrescimento della pianta, ma soprattutto dei frutti.
© Antonello SavoiaStress delle piante e fessurazioni del terreno per carenza di precipitazioni
Focus sulla siccità: coltivazioni frutticole e orticole a rischio
"Alla stanchezza fisica, si aggiunge quella morale. Dobbiamo far sentire la voce di tutti – esclama Savoia, testimoniando la drammaticità della situazione – La scarsità d'acqua sta mettendo a dura prova la sopravvivenza delle nostre coltivazioni. Abbiamo bisogno di ascolto, confronto e soluzioni. Le piante si trovano in una condizione di forte stress. La conseguenza successiva è perderle del tutto. Noi agricoltori siamo esasperati e inermi di fronte a queste difficoltà".
© Antonello SavoiaCascola agrumi
La gestione locale dei turni irrigui si rivela problematica e inefficace. Teoricamente, sono previsti turni di sei giorni, con un'erogazione di irrigazione di 6-7 ore per ogni turno, una modalità non ideale né per irrigare in modo ottimale né per un uso efficiente dell'acqua. La realtà sul campo è ben più desolante: "Le turnazioni hanno un'erogazione scarsa e spesso nemmeno rispettata – dice Savoia – Nella pratica, noi agricoltori riusciamo a irrigare per un massimo di 2-3 ore, spesso con bassa pressione, ma è facile che i turni saltino, in assenza di acqua. I temporali primaverili, pur avendo offerto un sollievo temporaneo, non hanno risolto la crisi idrica di fondo, ma hanno solo prolungato l'agonia delle colture".