"In Italia manca una vera formazione imprenditoriale. Non vi sono corsi universitari o master al riguardo. Formiamo manager, ma non imprenditori. I nostri capi d'azienda del dopoguerra avevano la terza elementare, ma si sono fatti spazio nel mondo: la loro era una vocazione, mentre quello del manager è un mestiere".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itSul palco: Stefano Zamagni, Gigi Mattarelli, Luciano Mattarelli, Angelo Frascarelli
Sono solo alcuni degli spunti che il professor Stefano Zamagni, docente di Scienze Economiche e Aziendali dell'Università di Bologna, ha regalato ai circa cento invitati alla presentazione del libro "La terra nel cuore - Luciano Mattarelli e l'evoluzione del mondo agricolo". L'evento si è svolto nel castello di Ribano, a Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena), venerdì 27 giugno 2025. Il volume, presentato nel giorno del 70esimo compleanno dell'imprenditore Mattarelli, fondatore di Rete Servizi Agricoltura, offre uno spaccato di come l'agricoltura, e la società, siano cambiate nel corso degli ultimi 70 anni.
Sul palco, oltre a Zamagni e a Luciano Mattarelli, il professor Angelo Frascarelli, moderatore della presentazione, e il curatore del volume, Gigi Mattarelli.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itStefano Zamagni
"Con la sola managerialità, un'azienda non può andare avanti - ha precisato Zamagni. L'imprenditore è colui che si prende dei rischi, ha un alto tasso di innovazione ed eccelle nell'arte della combinazione. Mi spiego: sa calcolare il rischio, pur non avendo certezza del successo; scommette sull'innovazione e investe per procurarsela, anche da zero; combina i collaboratori ognuno nel proprio ruolo, come un maestro d'orchestra".
"Il manager - a scanso di equivoci dico che ci vogliono, ci mancherebbe - hanno caratteristiche diverse. In genere non ama il rischio; non gli importa di far stare bene le persone della squadra, anzi, usa la punizione come arma; adatta al caso aziendale le innovazioni prendendole da altri. Io da tempo sostengo che servirebbe un corso di laurea in imprenditorialità".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itAngelo Frascarelli
Stimolato da Frascarelli (professore di Economia e Politica Agraria e Politica Agroalimentare all'Università degli Studi di Perugia e presidente di Ismea) Luciano Mattarelli ha ripercorso la propria esperienza lavorativa. "Oggi compio 70 anni, e vorrei ricordare che a quel tempo i bambini venivano responsabilizzati in piccoli lavori fin dall'età di 5 o 6 anni e, man mano che si cresceva, le responsabilità diventavano sempre maggiori. Finivi la scuola, per quei fortunati che si sono potuti diplomare come me, ed eri già pronto per il mondo del lavoro, avevi già una formazione e io ringrazio la mia famiglia contadina per tutto quello che, come valori e insegnamenti, mi ha trasmesso".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itLuciano Mattarelli
Oggi la realtà fondata da Mattarelli, Rete Servizi Agricoltura, conta oltre 1500 clienti in tutta Italia con servizi di formazione e informazione, e occupa decine di collaboratori, fra cui 7 informatici. "Possono sembrare tanti, ma da noi tutto ruota attorno all'innovazione. Ad esempio, non bisogna perdere il treno dell'Intelligenza Artificiale. Chi non la userà sarà poco competitivo. Ad esempio: ogni mattina avevamo due persone che facevano la rassegna stampa generale e impiegavano circa 2 ore. Oggi, grazie all'aiuto dell'Intelligenza Artificiale opportunamente istruita, la rassegna stampa viene compilata da una sola persona in 5 minuti. Noi 'vendiamo tempo' e far risparmiare tempo, e quindi denaro, alle aziende, è fondamentale".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itUno scorcio del castello di Ribano. L'organizzazione tecnica al palco e le riprese video sono state curate da Sauro Angelini di Agrilinea
"Se penso all'agricoltura attuale, dico che gli imprenditori agricoli devono essere messi nelle condizioni di vivere del proprio lavoro: sì, i contributi sono importanti e possono sostenere gli investimenti, ma il bilancio si deve fare con il mercato che deve pagare i prodotti il giusto prezzo. Purtroppo, vi sono realtà che spingono sui contributi, perché ciò significa burocrazia e quindi la loro stessa sopravvivenza. Per fortuna, grazie alla mia famiglia, io ho sempre lavorato seguendo altri principi, soprattutto ogni volta che ho dovuto ricominciare da capo".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itGigi Mattarelli, curatore del volume
Zamagni ha poi ripercorso parte della storia imprenditoriale italiana: "Qui in Romagna, e in altre zone del centro Italia, vi è una forte imprenditorialità media e piccola, perché vi è stata l'esperienza della mezzadria, ordinamento nel quale il mezzadro era comunque corresponsabile delle scelte e dell'andamento aziendale. Poi, una vola acquistato il podere, ha espresso totalmente la propria capacità lavorativa. Nel sud d'Italia, invece, dove imperava il latifondo, gli agricoltori non avevano voce in capitolo ed erano poco più che servi, senza la possibilità di crescere e prendere decisioni in autonomia. Non a caso al sud il tasso di imprenditorialità è inferiore rispetto al nord d'Italia: non è l'unica causa, ovviamente, ma ne è parte".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itLa premiazione di Rita Bertolini, moglie del compianto Gian Paolo Tosoni, uno dei più grandi maestri italiani sui temi della fiscalità in agricoltura
"San Francesco era un imprenditore, non dimenticatelo, e anche dopo aver abbandonato il lavoro mantenne sempre la sua formazione. Diceva che l'elemosina aiuta a sopravvivere ma non a vivere, perché vivere è produrre".
Nel castello di Ribano (sede delle Cantine Spalletti), che è stato acquistato nel 2024 dalle famiglie Guidi (detentrice del marchi di frutta e verdura Albisole e Terre di Romagna) e Baldacci, la storia antica si è intrecciata con quella moderna. E se le notizie più datate del castello risalgono al 1037, quelle di Mattarelli partono dal 1955, da una piccola borgata vicino a Fratta Terme (comune di Bertinoro, provincia di Forlì-Cesena).
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itIl professor Frascarelli mostra il libro "La terra nel cuore" insieme a Luciano Mattarelli
"Ai miei collaboratori - ha concluso Luciano Mattarelli - dico sempre di non dimenticare mai le proprie origini e, al contempo, di essere innovatori. Quando cominciai a lavorare, uno dei miei primi acquisti fu un computer: non sapevo neppure usarlo e men che meno a cosa servisse, ma avevo intuito che sarebbe stato il futuro".
Un futuro che va sempre anticipato e mai temuto o subìto.
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La terra nel cuore