La Georgia è tra i Paesi con il più alto consumo pro capite di noci al mondo. È difficile trovare un villaggio georgiano senza almeno un albero di noce, o un ristorante a Tbilisi senza un piatto che le includa. Hai mai provato il Pkhali, una purea fredda di verdure mescolata con pasta di noci? O il Satsivi, una ricca e cremosa salsa di noci aromatizzata con aglio ed erbe, tradizionalmente servita con carni di pollame? Se non ancora, e ti capita l'occasione, non pensarci due volte.
Non sorprende quindi che in Georgia la domanda di noci di alta qualità sia molto elevata. Negli ultimi anni, un numero crescente di coltivatori professionisti si è fatto avanti per soddisfare questa richiesta e ora punta anche ai mercati internazionali. Grazie alle condizioni ideali della Georgia per la coltivazione delle noci, la produzione sta aumentando rapidamente. In effetti, sta iniziando a superare la domanda interna.
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Un cesto di noci nel frutteto di Walnuts.ge, Kakheti, Georgia
Un piccolo attore con grandi ambizioni
Considerate le sue dimensioni ridotte, e il fatto che oltre la metà del suo territorio sia montuoso, la Georgia non può competere con i giganti mondiali della produzione di noci come la Cina (1,4 milioni di tonnellate), gli Stati Uniti (748mila tonnellate), l'Iran (381mila tonnellate), la Turchia (360mila tonnellate) o il Cile (192mila tonnellate). Secondo i dati della FAO del 2023, in quell'anno la Georgia ha raccolto 7.200 tonnellate di noci.
Non abbastanza neppure per soddisfare l'appetito dei suoi 3,7 milioni di abitanti. Il Paese importa noci aggiuntive, principalmente sgusciate, da nazioni come Cina, Uzbekistan, Kirghizistan e Ucraina. Nel 2023, le importazioni hanno raggiunto le 14.500 tonnellate, secondo l'agenzia statistica nazionale Geostat.
Le noci importate possono essere più economiche, ma la qualità spesso lascia a desiderare. Per questo motivo, la superficie coltivata a noci in Georgia è in costante aumento, soprattutto dal 2014. L'Associazione georgiana dei coltivatori di mandorle e noci stima che nel 2023 siano stati coltivati oltre 4.500 ettari, gran parte dei quali non ancora completamente produttivi. Una volta a regime, la Georgia potrebbe raggiungere una produzione totale di circa 15.000 tonnellate, considerando una resa media di 3,1 tonnellate per ettaro - la media globale nel 2023 (fonte: Georgia Today).
Ciò significa che la produzione locale è destinata a superare la domanda interna nel prossimo futuro, rendendo l'esportazione non solo un'opportunità, ma una necessità. La Georgia è già presente sul mercato internazionale, anche se in misura ancora modesta. Nel 2023, sono state esportate oltre 1.000 tonnellate di noci sgusciate, principalmente in Russia (69%), seguita da Armenia, Qatar, Albania, Azerbaigian, Bielorussia e Italia. Quasi altre 1.000 tonnellate di noci con guscio sono state inviate in Paesi come Italia (35%), Iran (19%), Albania (14%), Armenia, Azerbaigian, Emirati Arabi Uniti, Cipro, Grecia e Libano (fonte: Geostat).
Walnuts.ge: dare slancio alla filiera georgiana della noce
Un'azienda che sta giocando un ruolo chiave nel boom commerciale della noce in Georgia è Walnuts.ge, fondata dai tedeschi Ivo Siewert e Christoph Heuermann e dal georgiano David Bukhnikashvili. "Siamo partiti in piccolo e siamo cresciuti passo dopo passo", racconta David, cofondatore e direttore operativo dell'azienda. "Il nostro primo impianto copriva 39 ettari. Oggi ne gestiamo 150 in totale".
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David Bukhnikashvili, cofondatore e direttore operativo di Walnuts.ge, mostra un sacco da 10 kg di noci certificate GlobalGAP, provenienti dalla regione di Kakheti, in Georgia
Gli alberi di noce non hanno fretta: impiegano sette-otto anni per raggiungere la piena produttività. "L'anno prossimo ci arriveremo", dice David con orgoglio. "Puntiamo a una media di 5-6 tonnellate con guscio per ettaro". Quasi il doppio della media globale.
I frutteti si trovano in Kakheti, nella Georgia orientale, una scelta ben ponderata. "Ci serviva un clima secco con irrigazione affidabile", spiega David. "Troppa umidità porta a malattie e parassiti. Qui, a Udabno, chiamata spesso 'il deserto della Georgia', abbiamo trovato condizioni perfette".
E sebbene la superficie sia significativa, David è convinto che il potenziale della Georgia sia ancora ampiamente inesplorato. "Se un numero maggiore di coltivatori si professionalizzasse e collaborasse, potremo ottenere un miglior accesso ai mercati e prezzi più forti".
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Il frutteto di Walnuts.ge a Udabno, in Georgia, si estende su una superficie di 150 ettari
La varietà Chandler domina
Nelle piantagioni di Walnuts.ge, la varietà Chandler domina: rappresenta l'80% degli impianti. "È la più valida a livello commerciale", afferma David. Il restante 20% è Howard, una varietà che fiorisce leggermente prima. L'azienda non sbianca le sue noci. "In ogni caso, lo sbiancamento è vietato nell'Unione europea, ma la Chandler ha naturalmente un guscio chiaro e rappresenta un vantaggio per noi".
L'azienda collabora con una delle più rinomate società di consulenza agronomica spagnole, che effettua visite mensili per ispezionare i frutteti e condividere competenze con il team di Walnuts.ge. "Ma non si può fare copia e incolla dalla Spagna", sottolinea David. "Loro affrontano ondate di calore a 45 °C, noi no. La California è aridissima mentre qui piove. Ogni clima richiede il proprio approccio". Malattie come l'oidio e l'antracnosi possono essere un problema, soprattutto dopo la pioggia. "Potiamo e diradiamo gli alberi per far entrare più luce. È fondamentale per mantenere il frutteto sano".
Persone, tecnologia e sostenibilità
Walnuts.ge impiega 25 persone a tempo pieno, con manodopera stagionale durante la raccolta. Ma l'automazione è una priorità. "La manodopera non qualificata costa poco, l'esperienza no", dice David. Immagini satellitari, droni, sensori del suolo e software intelligenti di gestione del frutteto aiutano a migliorare l'efficienza.
La sostenibilità è parte integrante delle operazioni. Una società consociata produce compost da scarti d'uva e alghe, nell'ambito di un'iniziativa più ampia di gestione dei rifiuti. "Volevamo iniziare con una coltivazione completamente biologica, ma abbiamo optato per una gestione sostenibile", racconta David. Ogni anno si aggiungono circa 2.000 tonnellate di compost per migliorare la vitalità del suolo, favorendo microrganismi benefici, lombrichi e aumentando la capacità di ritenzione idrica del terreno. In passato, la terra veniva coltivata con cereali sovietici come grano, orzo e mais. "Il pH era troppo alto. Lo abbiamo ridotto a 7,5: ideale per le noci".
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Parte del frutteto di Walnuts.ge a Udabno, Georgia
L'azienda utilizza bacini idrici propri, alimentati da fiumi e canali statali, con sistemi di filtrazione e monitoraggio del pH. I pannelli solari, che producono 600 kW, contribuiscono a ridurre l'impronta di carbonio.
Lavorazione ed esportazione
La lavorazione è un passaggio chiave. "Stiamo costruendo uno stabilimento per lavare, essiccare, selezionare e, presto, anche sgusciare e confezionare sottovuoto le nostre noci", spiega David. Una volta ultimato, l'essiccatore potrà gestire 100 tonnellate al giorno e servire oltre 400 ettari, permettendo loro di supportare anche altri coltivatori.
Le noci correttamente essiccate possono essere conservate per un anno a 6 °C, o fino a due anni a 3 °C. Walnuts.ge le sguscia solo su richiesta per prolungarne la conservabilità. L'automazione e la digitalizzazione nelle linee di selezione e confezionamento ridurranno il fabbisogno di manodopera aumentando la coerenza del prodotto. "Il futuro è nel confezionamento per il retail e ci stiamo preparando".
Qatar e oltre
Sebbene la maggior parte delle vendite avvenga ancora a livello locale, Walnuts.ge ha già inviato i primi pallet in Italia e Germania. "Ora siamo certificati GlobalGAP e presto avremo anche la certificazione BRC per lo stabilimento di lavorazione. Questo apre le porte a praticamente tutti i mercati globali", afferma David.
Nella regione del Golfo, ad esempio in Qatar, i clienti sono disposti a pagare un sovrapprezzo per noci sgusciate a mano. "La differenza di prezzo? Un euro. Ma ne vale la pena". Anche in Europa si richiede sempre più qualità. "Le nostre noci si vendono al 25% in più rispetto a quelle dei principali fornitori mondiali. Il loro sgusciamento industriale porta a pezzi rotti e sapori terrosi. Le nostre sono trattate con cura e si sente la differenza".
Per maggiori informazioni:
David Bukhnikashvili - direttore
Walnuts.ge
I. Tarkhnishvili St 16
Tbilisi - Georgia
+995 595 01 70 89
[email protected]
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