Fra pochi giorni, in Emilia Romagna inizierà lo scavo delle patate: prima con le novelle, da vendita immediata, e poi con quelle da conservazione. Gli areali interessati sono principalmente la provincia di Ferrara, più precoce, e poi quella di Bologna. Vittorio Vitali, presidente di Agripat, anticipa le attese: "Dai dati in nostro possesso, si può prevedere un raccolto di patate di alta qualità, con calibri nella media e, al momento, senza particolari infestazioni da parte degli insetti dannosi".
© AgripatVittorio Vitali
"Sul fronte delle quantità, invece, ci aspettiamo un leggero calo rispetto alla scorsa annata, attorno al 10-15% in meno. Ciò è dovuto principalmente alle piogge del mese di marzo che hanno posticipato molte semine: chi è riuscito a seminare secondo il calendario solito, dovrebbe ottenere rese in linea con i dati storici; per contro, chi ha dovuto aspettare oltre la metà di aprile, si troverà probabilmente rese inferiori in maniera sensibile".
Da non trascurare lo stress idrico a cui sono sottoposte le piante, in questi giorni di giugno, con temperature attese fino a 38-40°C. "Il rischio è che le piante si blocchino e non accumulino più sostanza nei tuberi. Per questo dobbiamo aspettarci quotazioni adeguate, in grado di remunerare tutta la filiera, a partire dagli agricoltori. Come sistema 'Bologna' noi abbiamo il compito di remunerare in maniera adeguata la base produttiva".
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Negli ultimi anni, la coltivazione delle patate ha portato una buona "produzione lorda vendibile", però anche le spese sono aumentate di parecchio: "In particolare, il costo per il seme - precisa il direttore di Agripat, Riccardo Rocchi - negli ultimi anni è raddoppiato e ormai ha superato i 4000 euro all'ettaro. I costi di produzione odierni superano facilmente i 10mila - 12mila euro l'ettaro, anche a causa delle irrigazioni che con queste temperature l'agricoltore è obbligato a fare".
Per maggiori informazioni: www.agripat.it