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L'Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz al traffico marittimo

Bombardando le installazioni nucleari di Fordo, Natanz e Isfahan lo scorso fine settimana, gli Stati Uniti sono intervenuti nel conflitto tra Israele e Iran. Teheran ha dichiarato che Washington ha superato una "linea rossa" e sta minacciando ritorsioni. L'incertezza riguardo all'entità di tale risposta rappresenta un fattore critico per le aziende che operano a livello internazionale nella regione, secondo Evofenedex.

© evofenedex

L'Iran ha diverse opzioni per reagire agli attacchi statunitensi. Tra queste figurano attacchi alle basi americane nella regione oppure la chiusura totale o parziale dello Stretto di Hormuz, rendendolo inaccessibile. Questo potrebbe avvenire tramite il posizionamento di mine navali o il lancio di missili balistici - eventualmente per mano dei ribelli Houthi nello Yemen, affiliati all'Iran - al fine di scoraggiare la navigazione commerciale.

Rischi significativi anche per l'Iran
Secondo la televisione di Stato iraniana, il parlamento ha approvato la chiusura dello Stretto di Hormuz. Tuttavia, il Consiglio per la Sicurezza nazionale del Paese e la Guida Suprema non hanno ancora ratificato la decisione. La chiusura dello Stretto comporterebbe anche rischi considerevoli per l'Iran stesso. Il Paese dipende infatti da quel passaggio per le proprie esportazioni di petrolio, e una simile mossa rischierebbe di peggiorare ulteriormente i rapporti con gli stati vicini del Golfo Persico.

Un blocco dello Stretto potrebbe compromettere il commercio e la logistica globale. Il Golfo Persico rappresenta un mercato di esportazione in forte crescita per molte aziende olandesi, e ciò potrebbe avere ripercussioni anche per i Paesi Bassi.

Prezzi del petrolio nettamente più alti
© evofenedexPer quanto riguarda i flussi petroliferi, l'84% delle esportazioni dal Golfo Persico è diretto in Asia, in particolare verso Cina, India, Corea del Sud e Giappone. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti dispongono di opzioni limitate per deviare il petrolio attraverso oleodotti verso porti al di fuori del Golfo, come Gedda e Fujairah.

In Europa, l'impatto immediato sarebbe probabilmente un forte aumento del prezzo del petrolio, con il petrolio greggio Brent che potrebbe toccare i 100 dollari al barile. Inoltre, i flussi di merci subirebbero forti pressioni, con porti esterni al Golfo Persico, in particolare Sohar, Salalah, Gedda, Karachi, Colombo e alcuni porti indiani, che potrebbero registrare congestioni a causa della deviazione dei container.

Fonte: evofenedex

Foto di apertura: © evofenedex

Data di pubblicazione:

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