La campagna di esportazione dell'avocado marocchino si è conclusa in ritardo quest'anno, a causa di un problema che il settore non sembra ancora riuscire a superare: il rinvio della raccolta nella speranza di ottenere prezzi migliori, in una sorta di braccio di ferro tra produttori ed esportatori. Il successo della stagione è stato altalenante: volumi di esportazione da record, ma prezzi in calo. Sembra che gli operatori del settore riescano a ottenere solo due dei tre elementi del "triangolo perfetto" in una stessa stagione: buone condizioni climatiche, buoni volumi o prezzi adeguati.
© Moroccan Avocado Association
Nella stagione 2022/23, i prezzi avevano raggiunto livelli record per i produttori ed esportatori marocchini, rendendo l'avocado marocchino il secondo più caro al mondo. Nella campagna successiva, 2023/24, i prezzi hanno continuato a salire, ma la tempesta Bernard, insieme ad altri fenomeni climatici come il Chergui (venti caldi e secchi), ha causato la perdita di oltre il 10% della produzione nazionale. Tuttavia, i volumi di esportazione hanno raggiunto un nuovo massimo storico di 60.000 tonnellate. In questa stagione (2024/25), i record di produzione ed esportazione sono stati superati di oltre l'85%, ma i prezzi sono diminuiti del 20%.
Un nuovo record storico: oltre 100mila tonnellate esportate nella stagione 2024/25
Per Abdellah Elyamlahi, presidente dell'Associazione marocchina dell'avocado, che rappresenta gli esportatori, la stagione resta memorabile: "La campagna 2024/25 è la prima in cui abbiamo raggiunto il traguardo delle 100-110mila tonnellate esportate, a fronte di una produzione di circa 130mila tonnellate. È il secondo anno consecutivo in cui i produttori marocchini registrano un record assoluto di produzione. Le condizioni climatiche sono state eccellenti, senza ondate di caldo o tempeste, favorendo una buona fioritura e lo sviluppo dei frutti. Dal punto di vista produttivo, tutto è filato liscio".
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Secondo il rappresentante degli esportatori, la domanda si è concentrata, come prevedibile, sui tre principali mercati storici dell'avocado marocchino: Paesi Bassi, Spagna e Francia, in quest'ordine per volume. "Abbiamo registrato anche una forte domanda da Germania, Italia, Russia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Ucraina e Polonia. Stiamo assistendo a cambiamenti nei mercati: ad esempio, i buyer russi acquistavano tradizionalmente le varietà a buccia verde, mentre quest'anno si sono orientati verso la varietà Hass di calibro piccolo. Inoltre, si stanno sviluppando nuovi mercati come la Turchia e i Paesi scandinavi. Il mercato dell'Unione europea nel suo insieme resta la nostra destinazione principale, dove godiamo di un vantaggio competitivo, specialmente nei calibri più richiesti: 16, 18 e 20".
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La sovrapproduzione porta al calo dei prezzi
Il mercato internazionale ha assorbito questa forte variazione di produzione con relativa facilità. Elyamlahi spiega: "La domanda è stata molto buona per gran parte della stagione, nonostante la forte concorrenza. Questo dimostra che c'è spazio per i nostri frutti. Tuttavia, i prezzi sono stati in media inferiori del 20-21% rispetto alla stagione precedente. I prezzi hanno toccato il minimo a dicembre, per poi risalire a gennaio e nuovamente a marzo. Oltre al notevole aumento della produzione marocchina e alla concorrenza interna che ha spinto al ribasso i prezzi, c'era anche molta frutta proveniente da Perù, Colombia e Israele, ed è normale che i prezzi ne risentano. Direi che i prezzi dell'avocado marocchino si stanno stabilizzando dopo un periodo di forte crescita".
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Poiché l'avocado può rimanere sull'albero senza deteriorarsi, molti coltivatori marocchini hanno rinviato la raccolta sperando in prezzi migliori. Di conseguenza, a fine gennaio - tre mesi dopo l'inizio della campagna - la metà del volume stagionale era ancora sugli alberi. Elyamlahi commenta: "È una pratica che molti operatori del settore criticano. Danneggia la reputazione dell'origine marocchina, altera la regolarità dell'offerta e provoca continue fluttuazioni dei prezzi. Ma la situazione sta migliorando stagione dopo stagione, man mano che il settore, ancora giovane in Marocco, acquisisce esperienza e maturità. In questa campagna, il ritardo accumulato nella raccolta è stato solo di due settimane, e i coltivatori hanno accelerato la raccolta da fine gennaio, quando i prezzi sono migliorati".
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Elyamlahi aggiunge: "La superficie coltivata è passata da 6.000 ettari nel 2020 a 12.000 ettari nel 2025, e raggiungerà i 15.000 ettari entro due anni. Oltre all'ampliamento delle superfici, ci aspettiamo un aumento delle rese, dagli attuali 10 tonnellate per ettaro in media (alcuni produttori arrivano già a 17-24 tonnellate) a 15-20 tonnellate per ettaro. Successivamente, l'obiettivo sarà migliorare la qualità e le rese, piuttosto che aumentare ancora i volumi. D'altro canto, la domanda mondiale di avocado cresce del 4,85% annuo e continuerà a crescere in modo lineare, se non esponenziale, rendendo il calo dei prezzi un fenomeno temporaneo".
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"Oggi, più che mai, serve un'azione concertata nel settore"
Il mercato dell'avocado marocchino, ancora limitato geograficamente, fatica a stare al passo con l'enorme crescita della produzione. Secondo Elyamlahi, è arrivato il momento di capitalizzare i traguardi raggiunti dal settore e puntare su professionalizzazione e integrazione. "Serve una migliore organizzazione del comparto, più sinergia e centralizzazione dei dati e delle decisioni. Dobbiamo abbandonare pratiche come la speculazione e il rinvio della raccolta, e collaborare anche tra concorrenti interni per migliorare le tecniche colturali e crescere insieme in termini di qualità. Inoltre, questo è un momento cruciale per aprirsi a nuovi mercati".
Oggi, il panorama dell'avocado in Marocco comprende poco più di duecento produttori, metà dei quali con grandi superfici (oltre 5 ettari), localizzati principalmente nella regione di Tafilalet-Larache, sulla costa atlantica nord-occidentale. Per quanto riguarda gli esportatori, non sono più di una ventina, e la metà dispone di produzione propria. La maggior parte dei coltivatori aderisce all'associazione Gharb Avocado Growers, presieduta da Abdelkarim Alaoui, mentre la maggior parte degli esportatori è organizzata nell'Associazione Marocchina dell'Avocado (MAVA). Finora, il settore non dispone di un organismo che copra l'intera filiera né di un'interprofessione, e non si tiene un incontro annuale come avviene invece per la filiera del pomodoro, che presenta cifre di vendita analoghe.
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L'esportatore aggiunge: "Oggi, più che mai, serve un'azione concertata. Siamo già soddisfatti del fatto che in questa stagione ci sia stata maggiore coerenza e coesione, e un rapporto meno diffidente tra produttori ed esportatori. Per esempio, i prezzi sono rimasti stabili per quattro mesi: non era mai successo prima. Stiamo lavorando alla creazione di un'interprofessione, che sarà operativa dalla prossima stagione e fungerà da interlocutore con il governo. Sarà anche uno spazio privilegiato per il confronto e il trasferimento di competenze tra gli attori del settore, per migliorare la qualità complessiva e affrontare insieme le sfide comuni, in termini sia di produzione sia di commercializzazione. Inoltre, stiamo preparando il lancio di un incontro annuale del settore, a livello nazionale e internazionale, che ci permetterà di avvicinarci di più ai clienti e all'ecosistema. I frutti di tutti questi sforzi si vedranno molto presto, si spera già dalla prossima stagione".
Prospettive promettenti per il 2030
Un grande mercato, se aperto, potrebbe rappresentare un punto di svolta per gli esportatori marocchini di avocado: gli Stati Uniti. L'opportunità è particolarmente interessante nel contesto della guerra commerciale in cui il Messico - che detiene il monopolio sull'export di avocado verso gli USA - è nel mirino dell'amministrazione Trump. Il Marocco, invece, è soggetto a un dazio del solo 10%, nonostante l'esistenza di un accordo di libero scambio tra i due Paesi. Elyamlahi afferma: "Stiamo lavorando da due anni a un accordo fitosanitario per aprire il mercato americano. Direi che i primi invii verso gli Stati Uniti avverranno nella prossima stagione o, al più tardi, entro il 2027".
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"Anche in termini di espansione geografica dei nostri mercati, puntiamo su altre destinazioni strategiche, come Canada e Paesi arabi quali Giordania e Arabia Saudita, anche se lì la concorrenza con le origini dell'Africa orientale sarà forte. I Paesi scandinavi rappresentano inoltre un mercato molto interessante, ancora sottosfruttato dai nostri esportatori", prosegue Elyamlahi.
Lo sviluppo di questi nuovi mercati sarà fondamentale per invertire il trend al ribasso dei prezzi, dato che la finestra commerciale per l'avocado marocchino difficilmente potrà cambiare. Negli ultimi anni, i produttori hanno cercato di estendere la stagione con le varietà Lamb Hass e Maluma, ma senza successo. "La varietà Hass resta la più popolare e continuerà a rappresentare il 90% della produzione. La stagionalità resterà quindi la stessa anche nel prossimo futuro. Serviranno quindi nuove destinazioni per tutta la nostra produzione. I volumi dovrebbero salire a 150mila tonnellate nella prossima stagione e raggiungere le 200mila tonnellate entro il 2030, che rappresenta il nostro punto massimo di saturazione".
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"La sfida è soprattutto migliorare la qualità"
"Oggi siamo ai limiti inferiori di tolleranza per la prima categoria e dobbiamo alzare l'asticella. Parliamo dell'aspetto estetico del frutto, come l'eliminazione di macchie nere o imperfezioni sull'avocado. Questo richiede piccoli accorgimenti intelligenti ma efficaci, come scegliere il momento giusto della giornata per la raccolta, così come decisioni più complesse in ambito agricolo e logistico, come la cura fitosanitaria o la gestione post-raccolta. Vogliamo che queste conoscenze siano condivise e diffuse tra tutti i produttori, anche quelli più piccoli, e non diventino terreno di concorrenza interna, per il bene dell'origine nel suo insieme", conclude Elyamlahi.
Questo articolo è stato pubblicato in precedenza su Primeur, maggio 2025. Clicca qui per il link all'intera edizione.
Per maggiori informazioni:
Abdellah Elyamlahi
Moroccan Avocado Association (MAVA)
+212 678732391
[email protected]