Con l'aumento dei costi della manodopera e la sua disponibilità sempre più limitata, aziende come Hessing Supervers si trovano ad affrontare un mercato sempre più complesso. Proprio per questo, il trasformatore di prodotti ortofrutticoli ha deciso di centralizzare i suoi sei impianti di trasformazione e di potenziare l'automazione dei processi. L'investimento da 200 milioni di euro rispecchia una tendenza che, secondo l'amministratore delegato Frank Hessing, si sta affermando anche nel più ampio settore ortofrutticolo.
Durante il recente Leafy Hydroponics Event (16-17 giugno 2025), Frank ha spiegato che il mercato dovrà necessariamente continuare a evolversi, spinto in parte dal cambiamento climatico e dal consolidamento del settore retail. In caso contrario, non sarà più sostenibile. "Il mercato, così com'è oggi, non è destinato a durare. Non è in atto una rivoluzione, ma un'evoluzione del settore. Non è ancora chiaro verso dove stia andando esattamente questo sviluppo. Avremo la risposta entro uno o due anni: è indispensabile, altrimenti significherà che il mercato avrà trovato una risposta che non saremo stati noi a dare", ha sottolineato Frank.
Questa transizione non riguarda solo la Hessing, ma coinvolge anche i produttori da cui l'azienda si approvvigiona. Poiché la coltivazione in pieno campo è sempre meno affidabile a causa della instabilità del clima, dei criteri più rigorosi imposti dal retail e della carenza di manodopera disponibile, i coltivatori si trovano nella condizione di dover investire in tecnologia, infrastrutture e capacità produttiva per tutto l'anno, come nella coltivazione in serra.
© Arlette Sijmonsma | FreshPlaza.it
Frank Hessing durante il Leafy Hydroponics Event, organizzato dalla Cultivators
© Hessing SuperversSpostamenti di capitale
Con una produzione giornaliera fino a 1 milione di confezioni e un fatturato annuo di 420 milioni di euro, la Hessing Supervers è una delle maggiori aziende di trasformazione di prodotti ortofrutticoli in Europa, posizionandosi tra la domanda del retail e l'offerta del mercato. L'azienda ha recentemente completato un importante processo di consolidamento trasferendo le sue attività nei Paesi Bassi in un unico stabilimento ad alta tecnologia di 62.000 metri quadrati a Venlo. Il nuovo sito sostituisce le sei sedi precedenti ed è ora in piena espansione, con oltre 100 linee di produzione e una capacità di gestione di circa 650mila confezioni al giorno. Un impianto in Germania affianca il polo produttivo olandese, mentre le sei sedi precedenti sul territorio nazionale sono già state chiuse o sono in fase di dismissione.
Secondo Frank, questa centralizzazione è necessaria per rimanere competitivi nonostante le attuali strutture di costo, soprattutto nei Paesi Bassi, dove il costo della manodopera è aumentato di oltre il 50% in cinque anni, passando da 20 a 32 euro l'ora. La disponibilità di manodopera, in particolare quella stagionale e internazionale, continua a rappresentare un fattore limitante sia a livello nazionale che all'estero. L'obiettivo nel prossimo decennio è ridurre la forza lavoro produttiva da 800-900 unità a circa 200.
Prodotti a foglia
Il mix di prodotti della Hessing Supervers riflette caratteristiche di mercato ben precise. Nei Paesi Bassi, mercato interno dell'azienda, le verdure da cucina e i mix di verdure rappresentano circa il 75% delle vendite. Le insalate a foglia rappresentano il 25% del volume olandese, suddivise in quattro categorie: base (30%), di fascia alta (30%), baby leaf (5%) e insalate convenience (35%). Quest'ultimo gruppo, che include insalate miste e contorni, richiede una gestione complessa e offre ai trasformatori l'opportunità di specializzarsi nel prodotto.
Al contrario, sui mercati internazionali dominano le insalate a foglia, che rappresentano circa il 90% del volume. "Non è che queste aziende vendano più prodotti a base di lattuga, è solo che noi vendiamo più prodotti insieme alle nostre lattughe", ha spiegato Frank, aggiungendo che aggiungendo che le dimensioni della loro azienda sono superiori a quelle delle concorrenti internazionali.
© Hessing Supervers
La sede della Hessing a Venlo
Sfide della catena di fornitura
I rapporti di lungo termine con coltivatori e clienti rivestono un ruolo centrale all'interno della Hessing Supervers. L'azienda opera in una posizione rischiosa, colmando il gap tra domanda e offerta.
La concentrazione del settore retail si è intensificata sui mercati serviti dalla Hessing, con la maggior parte del volume ora legato a tre o quattro clienti chiave. Questi clienti sono fondamentali per la continuità operativa ed esercitano un'influenza significativa sull'intera filiera. Frank ha sottolineato che si parte sempre dal prezzo, ma che qualità, disponibilità e sostenibilità ora hanno lo stesso peso nelle aspettative dei clienti. I livelli di servizio non sono negoziabili, in particolare con i grandi clienti del retail. Qualsiasi scostamento rispetto al livello previsto del 99% genera un feedback immediato.
Nell'ambito delle sfide legate all'approvvigionamento, l'imprevedibilità climatica rappresenta una preoccupazione crescente. Frank ha spiegato: "Vent'anni fa, Italia e Spagna erano affidabili. Ora succede sempre qualcosa: troppo caldo, troppo secco, troppo freddo". Anche i Paesi Bassi devono fare i conti con un'instabilità climatica simile. I rischi di disponibilità sono aggravati dall'inasprimento delle specifiche richieste e dalla riduzione dei margini di flessibilità del mercato libero.
L'approvvigionamento tramite il mercato libero è in calo, poiché requisiti di certificazione come IFS, BRC e On the way to PlanetProof sono ormai obbligatori, un esempio di come i supermercati vogliano esercitare un controllo sempre più stretto sulla filiera, pur senza interferire direttamente nelle scelte dei coltivatori. Allo stesso tempo, rifornirsi da piccoli produttori ogni tre o quattro giorni è diventato impraticabile, poiché i retailer esigono una shelf life massima.
© Hessing Supervers
Questo è uno dei motivi per cui la fornitura di verdure a foglia è gestita dalla Hessing in modo rigoroso. La pianificazione inizia prima della stagione di crescita e in collaborazione con i coltivatori partner, seguita da ordini precisi effettuati da cinque a dieci giorni prima dell'utilizzo. Tuttavia, gli ordini dei clienti spesso arrivano con un preavviso inferiore alle 24 ore. Le fluttuazioni meteo, come ondate di calore o pioggia, e nei comportamenti d'acquisto, si traducono in variazioni della domanda. "Questo attribuisce al trasformatore la piena responsabilità della disponibilità e del rischio di inventario", spiega Frank.
A destra: Frank presso il nuovo stabilimento
Efficienza nella trasformazione
Con l'automazione che assume un ruolo sempre più centrale nel settore, emergono nuove sfide nella produzione di verdure a foglia. Non è fondamentale solo la qualità, ma anche i calibri, che influiscono direttamente sull'efficienza di trasformazione e sulla resa. Le macchine richiedono uniformità: cespi troppo grandi o troppo piccoli portano a sprechi o guasti alle macchine. Di conseguenza, i coltivatori vengono pagati non solo per la qualità, ma anche per l'uniformità delle pezzature, con pagamenti più elevati legati a migliori rese di trasformazione.
L'idroponica è la soluzione?
Il mercato è segnato quindi da sfide ambientali, ridotta disponibilità di manodopera e una domanda di una fornitura stabile di prodotti di calibri uniformi. Si sta passando da un approccio all'approvvigionamento reattivo a breve termine a una pianificazione a lungo termine, orientata a sistemi che privilegiano coerenza ed efficienza a scapito della flessibilità. Sono questi i fattori trainanti per la coltivazione idroponica? Frank Hessing, invitato al Leafy Hydroponics Event per rispondere a questo, ha spiegato che l'azienda attualmente si rifornisce solo per alcuni prodotti, come la lattuga Batavia, da coltivazioni idroponiche, ma la maggior parte proviene ancora da coltivazioni in pieno campo.
I modelli di produzione idroponica e in serra faranno parte del portfolio futuro, ma il costo rimane un problema. "Abbiamo visto calcoli che mostrano aumenti di prezzo dal 20 al 50%", ha osservato Frank, in particolare per i prodotti sfusi come la lattuga iceberg.
E non è tutto. Il passaggio alla coltivazione controllata, che sia in serra o in vertical farm, rispecchia la transizione che la stessa Hessing sta attraversando: da attività ad alto fabbisogno di manodopera a quelle ad alta intensità di capitale. Proprio come lo stabilimento di Venlo da 200 milioni di euro rappresenta la risposta della Hessing alle esigenze di mercato in termini di precisione, scala e affidabilità, i sistemi idroponici incarnano un cambiamento analogo nell'ambito della produzione. Questi sistemi richiedono un investimento iniziale più elevato, cicli di pianificazione più lunghi e rapporti contrattuali più solidi per garantire il ritorno dell'investimento, modificando profondamente il ruolo del coltivatore nella filiera, da fornitore flessibile a partner produttivo integrato.
Per maggiori informazioni:
Hessing Supervers![]()
[email protected]
www.hessingsupervers.nl