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Pietro Cisterna, agricoltore di Scanzano Ionico (Matera)

"Per me si è trattato di una stagione poco soddisfacente per le drupacee"

"Terminata la stagione delle drupacee, si fa sempre più concreta l'opzione di estirpare i miei pochi ettari rimanenti". Questa la triste constatazione di Pietro Cisterna, agricoltore di Scanzano Ionico (Matera), con quattro ettari investiti ad albicocche, pesche e nettarine, nel descrivere la sua campagna come un'annata nera sul fronte produttivo. La raccolta si è conclusa con circa dieci giorni in anticipo, segnando una stagione fortemente deficitaria sul fronte delle rese.

© Pietro CisternaQuest'anno, l'andamento climatico poco favorevole, con piogge eccessive ed elevati tassi di umidità in fase di fioritura e allegagione, ha quasi azzerato la produzione aziendale per le albicocche. "A nulla sono serviti i diversi interventi per combattere la Moniliosi, eseguiti regolarmente. Neppure sul fronte della pezzatura abbiamo raggiunto grandi risultati. Ne hanno sofferto in particolare le cultivar precoci, ma anche quelle tardive, come la Kioto, dove lo shock produttivo non è stato inferiore del 30%", precisa l'imprenditore.

Un altro fattore che ha contribuito alla stagione poco soddisfacente è stato l'andamento climatico invernale. "Ogni anno, gli inverni miti e asciutti compromettono il raccolto e la sua qualità. Le ore di freddo hanno raggiunto quasi la sufficienza, stavolta, attestandosi sulle 400 ore sotto i 7°. Questo ha portato alla decisione di estirpare, negli ultimi anni, alcune varietà molto esigenti sul fronte del fabbisogno in freddo. Una situazione produttiva aggravata dalla scarsità idrica, con il susseguirsi di elementi che contribuiscono a definire quella che ritengo sia stata una delle stagioni meno soddisfacenti finora".

© Pietro Cisterna

Sul fronte commerciale, la situazione è altrettanto difficile. Pietro Cisterna conferisce le sue drupacee in parte a una cooperativa locale e in parte le vende ai mercati ortofrutticoli. "Abbiamo visto quest'anno albicocche sugli scaffali raggiungere prezzi superiori ai 4 euro al chilo, anche qui al Sud Italia, fantasticando sulle quotazioni ottenute dai produttori. I prezzi per noi agricoltori però si sono aggirati intorno ai 1,20 €/kg, valori che non vanno ovviamente a compensare né il calo delle rese né i costi in aumento necessari per portare avanti la produzione aziendale".

Per maggiori informazioni:
Azienda Agricola PietroCis
+39 342 172 7218