La stagione 2025 dell'avocado colombiano si sta rivelando una delle più difficili per il settore, alle prese con un eccesso di offerta, prezzi bassi, ostacoli logistici e condizioni meteo avverse che complicano la commercializzazione.
"Il Perù ha avuto una raccolta precoce, iniziata a maggio, i cui volumi hanno inondato i mercati statunitensi ed europei. Si prevede di esportare fino a 850 container a settimana durante il mese di giugno, provocando un crollo generalizzato dei prezzi. Ad esempio, una cassa di avocado calibro 48, che prima veniva venduta oltre i 30-40 dollari, ora costa circa 20 dollari o meno. Si tratta di prezzi impegnativi per la Colombia, soprattutto considerando il dazio aggiuntivo del 10% imposto dagli Stati Uniti sui frutti colombiani", hanno dichiarato Daniela Santos e María Isabel Gaviria, rispettivamente responsabile commerciale e direttrice generale della Coltrópicos.
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"Alcuni clienti statunitensi con programmi fissi stanno passando agli avocado peruviani semplicemente a causa del prezzo. Inoltre, si è registrato un calo generalizzato dei volumi, con clienti che rallentano le spedizioni a causa dell'eccesso di offerta sul mercato. Questa situazione rallenta la movimentazione del prodotto, ostacola la rotazione delle scorte e genera eccedenze, incidendo direttamente sulla pianificazione e l'esecuzione delle nostre spedizioni settimanali. A questo si aggiunge la concorrenza del Messico, che accede ai mercati statunitensi senza dazi e dispone di una logistica più efficiente. Per questo motivo, è fondamentale che i consumatori riconoscano il valore della nostra origine e la preferiscano ad altre", ha affermato Santos.
"Inoltre, le piogge in Colombia hanno rallentato la raccolta. Non solo, peggiorano anche le già pessime condizioni stradali del Paese, ritardando i tempi di arrivo nei porti. La disponibilità di container in atmosfera controllata rappresenta un altro ostacolo. Le compagnie di navigazione stanno rispettando i programmi con maggiore puntualità, ma reperire le unità disponibili rimane difficile", hanno aggiunto Santos e Gaviria.
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La Coltrópicos cerca di rimanere flessibile. Ad esempio, invia principalmente avocado di piccolo calibro in Europa, dove l'offerta è inferiore per questi calibri. L'azienda consegna ciò che i clienti richiedono specificamente, cercando di evitare eccedenze. "Inizialmente stimavamo di esportare fino a sei container a settimana, principalmente verso gli Stati Uniti, ma la realtà è che ne spediamo a malapena uno o due, alternando le destinazioni in base alla domanda", hanno sottolineato le due responsabili.
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Di fronte alla saturazione dei mercati di Stati Uniti ed Europa, l'azienda esplora nuovi mercati come Canada, America Centrale, Cile, Medio Oriente e Asia. Tuttavia, i tempi di transito marittimi complicano la spedizione di frutta fresca. Per questo motivo, la Coltrópicos sta valutando il trasporto aereo come alternativa per il Medio Oriente e l'Asia. Tuttavia, ciò comporta costi più elevati.
"Dobbiamo continuare a consegnare i nostri prodotti, anche se dovessimo venderli a prezzi bassi. In questo modo, quando il Perù si ritirerà dal mercato, i clienti sapranno che possiamo garantire una fornitura affidabile per tutto l'anno", ha concluso Gaviria.
A settembre l'azienda aprirà un nuovo stabilimento per la polpa di avocado surgelata. L'impianto consentirà di trasformare la frutta che non soddisfa gli standard estetici per il mercato del fresco e di fornire polpa di avocado surgelata ai mercati in cui è difficile fornire avocado freschi.
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Daniela Santos e María Isabel GaviriaColtrópicos
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