© O.P. Bristol Soc. Agr. Cons. a r.l.La raccolta è iniziata da pochi giorni, ma in casa Bristol già si respira ottimismo. A raccontarlo è Tommaso Concari (foto a lato), responsabile tecnico per il controllo delle produzioni in campo e la gestione dei sistemi qualità dell'Organizzazione di produttori, che traccia un primo bilancio positivo della campagna del melone liscio.
"Abbiamo iniziato a raccogliere praticamente in contemporanea con il Macfrut, circa dieci giorni fa", spiega Concari. "Rispetto allo scorso anno, la partenza è decisamente migliore: il clima più caldo e asciutto stimola i consumi e le vendite stanno rispondendo bene. Anche i prezzi sono in crescita rispetto allo stesso periodo del 2024".
Una stagione che, per il momento, gode di un buon equilibrio tra domanda e offerta: "Stiamo lavorando il melone della Toscana, quello liscio, e tutto ciò che raccogliamo viene venduto nel giro di uno, massimo due giorni. Siamo ancora in una fase di quantitativi contenuti, ma il prodotto è molto richiesto da Grande distribuzione organizzata e mercati del nord Italia".
Qualità sotto controllo, rese da valutare
Dal punto di vista qualitativo, la Op Bristol mantiene i propri standard elevati. "Siamo molto rigidi sui controlli: ogni partita viene monitorata quotidianamente prima di essere lavorata e commercializzata. Il prodotto che esce con il marchio Bristol è già certificato e conforme ai nostri parametri interni".
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Più incerta la questione delle rese, che risentono delle piogge e delle esondazioni che a febbraio hanno colpito alcune aziende fornitrici: "Le prime raccolte provengono da appezzamenti che sono stati sott'acqua. Questo ha causato la perdita di alcune piante e una riduzione della superficie produttiva. Probabilmente ne risentiremo un po' in termini di resa rispetto al 2024, ma la qualità resta buona, con pezzature sopra il chilogrammo anche nei primi raccolti, che solitamente sono i più delicati".
Prezzi alti e mercato nazionale in primo piano
La domanda è alta e i prezzi si mantengono su livelli soddisfacenti, complice anche una concorrenza ancora limitata. "Al momento siamo tra i pochi a offrire il melone liscio sul mercato, e questo ci consente di lavorare bene. Il prodotto viene tutto assorbito dal mercato italiano: non esportiamo, perché puntiamo su una vendita rapida e vicina, che garantisce freschezza e qualità al consumatore finale. Il nostro melone, per le sue caratteristiche, non è adatto a lunghi trasporti o lunghe conservazioni".
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Tra le novità di quest'anno c'è anche la "Lolita", una varietà di anguria sviluppata internamente e frutto di tre anni di prove in campo. "È una pianta resistente al caldo, con una buccia scura che protegge il frutto dal sole. Prevediamo i primi quantitativi interessanti già nei prossimi dieci giorni".
In fase di test ci sono anche nuove soluzioni per il confezionamento: "Stiamo valutando il formato in cassetta con uno o due frutti, più adatto per i piccoli mercati o per chi vuole ridurre l'uso della plastica. A inizio stagione, quando la richiesta è alta, si vende bene anche il bins grande, ma in estate inoltrata le cassette diventano più richieste".
L'equilibrio della qualità
La filosofia produttiva della Op Bristol rimane coerente: crescere sì, ma senza snaturare la qualità. "Sull'anguria abbiamo aumentato leggermente la superficie per coltivare più Lolita, ma sul melone restiamo stabili. Non vogliamo fare massa: meglio meno, ma realizzato bene. È un frutto delicato, impegnativo da seguire in campo e va curato con precisione su irrigazione, nutrizione e trattamenti. Serve manodopera, serve presenza".
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La maggior parte delle aziende associate alla Op Bristol sono a conduzione familiare, di piccole e medie dimensioni. Un modello che Concari rivendica con orgoglio: "Ci definiamo gli artigiani del melone. Ogni melone porta con sé il lavoro, l'attenzione e la passione di chi lo coltiva. E crediamo sia proprio questo il valore che ci rende riconoscibili sul mercato".
Foto articolo fornite da Tommaso Concari
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