Nelle aree cerasicole pugliesi, i problemi di spaccatura dei frutti (cracking) stanno generando una situazione commerciale molto problematica. Le precipitazioni continue della scorsa settimana, anche a carattere temporalesco, sono durate oltre 48 ore, decurtando cosi il raccolto, in un'annata in cui le rese erano già di per sé limitate (cfr. FreshPlaza del 20/05/2025).
© Donato Fanelli"Stiamo lavorando a un terzo delle nostre potenzialità, con 10 pallet giornalieri spediti – dice Donato Fanelli, titolare della Viva Frutta, con sede a Rutigliano – Crediamo di ultimare la stagione già per inizio giugno, in anticipo di due settimane rispetto alle previsioni. Sono stati fatti investimenti enormi per macchinari di calibratura, che tuttavia quest'anno non possono essere sfruttati appieno. È come se avessimo la Ferrari in garage e non disponessimo di carburante. La merce che arriva dalla campagna è pochissima, tanto da registrare un calo del 30% delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2024. Quest'anno, per raccogliere un chilo di ciliegie, occorrono 3,50 €/kg, rispetto ai 1,5-2 euro della passata stagione. Costi che incidono parecchio"
Le quotazioni si aggirano intorno ai 7,50/8 €/kg, mentre per la Ferrovia si arriva anche a 10 €/kg. "Al prezzo di acquisto occorre aggiungere circa altri 2 euro, tra lavorazione, packaging e trasporto. Se in passato era scontato e atteso il calo fisiologico delle quotazioni, quest'anno sarà improbabile possa avvenire. I prezzi non si abbasseranno nei prossimi giorni, ma rimarranno stabili", precisa Fanelli.
"Essendoci una scarsa offerta e prezzi sostenuti, le catene che avevano in promozione tale articolo si ritrovano in serie difficoltà nell'affrontare questi momenti commerciali. E se negli altri anni si poteva fare ricorso all'estero, quest'anno la Spagna, la Grecia e la Turchia si ritrovano in una situazione produttiva forse peggiore della nostra". (In foto a sopra, ciliegie raccolte da ceraseti coperti)
© Donato Fanelli
Fanelli sta commercializzando ciliegie soltanto sul mercato interno. "Il frutto, già di per sé delicato, non permette di affrontare destinazioni troppe lontane. Serve una maggiore collaborazione nella filiera, tra produzione e vendita, affinché si investa sia nelle strutture di copertura sia in un cambio varietale verso cultivar più resistenti e performanti, in produzione e sul mercato. Gli impianti protetti, in Puglia, non superano il 3% delle superfici totali. Anche per questa ragione, insieme ad altri imprenditori locali e gruppo di tecnici, stiamo avviando un progetto dal nome Cherry Revolution".
La flessione dei volumi non è da attribuirsi solo alle piogge abbondanti. "Si registrava già una critica carenza di prodotto, dovuta a due fenomeni: la forte siccità 2024 e le temperature alte che nella passata stagione estiva hanno sfiorato i 50 °C. La gelata tra fine marzo inizio aprile ha poi fatto il resto, in particolare per i duroni e per la cultivar Ferrovia. Una miscela esplosiva di eventi meteo, che ha comportato una riduzione delle rese superiore al 40%, e oscillante tra il 20 e il 30% per le varietà medio-tardive".
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