I dati resi noti lo scorso 13 maggio da Eurostat mostrano come le vendite di pesticidi in Europa nel 2023, circa 292.000 tonnellate, siano calate del 9% rispetto al 2022 e del 18% rispetto al 2021, registrando il livello più basso dall'inizio delle rilevazioni.
"Questi dati - commenta il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei - che attestano il minimo storico delle vendite di fitofarmaci in Italia e in Europa sono il risultato del grande lavoro dei nostri agricoltori e di tutte le strutture di assistenza tecnica, a partire da quelle delle nostre cooperative. Andrebbe però valutato il sacrificio in termini di perdita di produzione che incombe su molte filiere: l'agricoltura italiana rischia di pagare davvero a caro prezzo la progressiva riduzione dei principi attivi autorizzati per la difesa delle colture. Siamo in una strada che rischia di essere senza ritorno".
Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative. Foto fornita dall'Ufficio Stampa Fedagripesca Confcooperative
Il crollo delle vendite in Europa stride ancora di più con quanto invece accade nel resto del mondo. "In un Paese come il Brasile – spiega Drei - si registrano nuove autorizzazioni, al ritmo di centinaia ogni anno. E le aziende che producono i principi attivi riescono a ottenere nel giro di soli due anni l'autorizzazione all'utilizzo, mentre in Europa occorrono all'incirca dieci anni per riuscire ad avere l'autorizzazione a una nuova molecola".
Particolarmente emblematica è la situazione dell'Italia, che insieme al Portogallo è il paese europeo che registra secondo Eurostat la riduzione più marcata nella vendita di fitofarmaci (-44% tra il 2011 e il 2023). "Non c'è più tempo", spiega Drei. "Abbiamo l'urgenza di veder sviluppare nuove alternative, incluse le nuove Tecniche di Evoluzione Assistita e che vengano snellite le procedure. La ricerca privata fatica a investire nello studio di nuove molecole in Europa, proprio perché il processo di registrazione di nuovi prodotti fitosanitari risulta troppo oneroso e complicato, con il rischio di vederseli poi revocare in pochi anni".