Ieri, 29 aprile 2025, si è tenuta presso l'Op Con.Co.O.SA di Angri (Salerno) la celebrazione dei venticinque anni d'esistenza del DPI (disciplinare di produzione integrata), redatto alla fine del 2000, nel bacino di produzione del pomodoro da industria nel centro sud Italia.
"Un documento creato per fornire un'identità alla nostra produzione di pomodoro da industria nel centro-sud Italia, fortemente voluto dalle organizzazioni di produttori, da Anicav e dalla Regione Campania, Basilicata, Puglia e Molise". Queste le parole di Luciano Simonetti, presidente di Op Apopa.
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Dal 2005, il DPI diventa parte integrante degli impegni contrattuali, ha consentito di diffondere il concetto di lotta integrata tra un numero elevatissimo di produttori (si stimano circa 28/30mila ettari), ha permesso di effettuare analisi multiresiduali su vasta scala, ma la cosa più importante è che il DPI ha permesso a tutti gli attori della filiera di confrontarsi e dare risposte tecniche e operative alle esigenze delle parti interessate, facilitando infine l'approccio al concetto di agricoltura sostenibile.
Gennaro Velardo, direttore di op AOA ha puntualizzato: "Insieme al comitato tecnico, abbiamo lavorato tutti insieme per un obiettivo comune, ed è stato bello. Ora, per continuare a operare nel mondo del pomodoro da industria, che è in forte cambiamento, bisogna continuare lavorare insieme per offrire un prodotto di qualità".
"Si è chiuso l'accordo quadro nel bacino del centro sud: l'obiettivo per quest'anno e per il futuro è fare coesione per competere su un mercato che è diventato sempre più internazionale, e lavorare insieme per rilanciare la filiera del pomodoro del mezzogiorno". Questo l'auspicio di Giovanni De Angelis, direttore di Anicav.
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In un panorama di forte cambiamento, segnato dalla competizione internazionale, diventa necessario lavorare seguendo la prospettiva della qualità, della sostenibilità, di un prodotto che sa innovarsi e che sia in grado di recuperare un processo identitario legato al territorio; il pomodoro da industria è infatti patrimonio delle tavole nel mondo ed è l'emblema del made in Italy, primato che potrà perpetuarsi solo se si dà continuità al patto di fiducia tra i vari attori della filiera.
"Sicuramente le sfide future che l'oro rosso del sud è chiamato a superare sono molteplici: cambiamenti climatici, insetti alieni, minor numero di principi attivi consentiti per la difesa della coltura, mancanza di acqua – dice Salvatore Germinara, docente di entomologia dell'Università di Foggia - Di sicuro, essendo il comitato tecnico precursore del concetto di difesa integrata, avendolo inserito sin dalla sua nascita all'interno del DPI, prima che la lotta integrata divenisse per legge obbligatoria nel 2014, metterà in campo strategie di difesa per continuare a preservare resa e qualità delle produzioni. In prospettiva, per gli strumenti di difesa che si intravedono sicuramente ci sarà la presenza di trappole automatiche, il monitoraggio soprattutto per gli eriofidi, l'uso di strumenti di controllo biologico in combinazione con l'uso della chimica".
Dal 2000 a oggi sono cambiate molte cose nel disciplinare tecnico di produzione integrata del pomodoro da industria del bacino del Centro Sud Italia, e sicuramente guardando al futuro ci sarà ancora molto da lavorare sul fronte della sostenibilità e quello agronomico, visti i cambiamenti climatici e geopolitici in atto.
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Quali sono le aspettative dell'industria? È Giuseppina Bergamasco del comitato tecnico per Sica Srl a rispondere: "Qualità e sicurezza alimentare sono i due requisiti che ogni industria alimentare richiede, e nello specifico nell'ambito del pomodoro; una qualità intesa come tenore zuccherino (grado Brix), ph, assenza di fitopatia, buona shelf life. A tal proposito chiediamo a chi si occupa di ricerca e sviluppo varietale una maggiore attenzione per preservare il gusto del nostro pomodoro, simbolo del made in Italy nel mondo. Il DPI è ormai divenuto uno strumento di marketing, usato per comunicare con il mercato internazionale e con il consumatore".
Come evolverà nel futuro questo disciplinare? Il comitato tecnico continuerà il proprio lavoro per fornire risposte concrete e operative alla filiera, di conseguenza il DPI subirà qualche modifica legata alle nuove normative e magari verrà reso disponibile anche nella versione digitale. Infine, essendo destinato a divenire uno strumento di marketing, potrebbe essere comunicato ai consumatori, magari anche attraverso un intuitivo Qr code.