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Le gelate primaverili riducono la produzione di frutta serba di 200mila tonnellate

Le gelate di questa primavera in Serbia hanno avuto un impatto sulle colture di frutta, con gli esperti che hanno segnalato la distruzione di circa l'80% delle albicocche e del 65-70% delle ciliegie precoci. I danni sono stati riscontrati in tutta la Šumadija, nella Serbia occidentale, nel Banato meridionale e nella regione di Subotica-Horgoš, con rese di albicocche, pesche, ciliegie, amarene e prugne potenzialmente ridotte del 30-90% a causa delle basse temperature di fine aprile.

L'economista agricolo Milan Prostran, di NIN, stima una riduzione di 200mila tonnellate nella produzione di frutta in Serbia. La media annuale tra il 2020-2023 è stata di 1,46 milioni di tonnellate, mentre l'anno scorso la produzione è stata di 1,25 milioni di tonnellate. Quest'anno la produzione è prevista tra 1,1 e 1,5 milioni di tonnellate.

Prostran ha osservato: "Per la seconda stagione consecutiva, i frutticoltori stanno affrontando disastri meteorologici che riducono la loro produzione". Si prevede un aumento delle importazioni, soprattutto da Albania, Grecia e Turchia, con un conseguente impatto sui prezzi. "Questo è il risultato del cambiamento climatico", ha aggiunto Prostran, sottolineando il dilemma di quali varietà coltivare a fronte di rischi climatici avversi.

Prostran ha sottolineato l'impatto su pesche e ciliegie, con danni minori alle amarene. Le mele, le prugne e le pere non sono state colpite. Prostran sostiene la necessità di una moderna protezione dal gelo, poiché i metodi tradizionali, come l'incendio delle balle di paglia, si sono dimostrati inefficaci. I sistemi utilizzati in Spagna e in Italia, che prevedono l'irrigazione con acqua calda, sono consigliati, anche se costosi.

La copertura assicurativa per i danni da gelo rimane limitata e Prostran chiede il sostegno del governo, compresa la riprogrammazione dei prestiti per i coltivatori colpiti. Problemi climatici simili sono stati riscontrati in Bulgaria, Romania e Macedonia settentrionale, con un impatto anche sulla loro produzione di frutta.

Fonte: NIN Online

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