Il castagno europeo (Castanea sativa Mill.), per anni è stata la specie più importante fra quelle appartenenti alla categoria frutta a guscio. In tempi recenti, la situazione produttiva di questa specie ha subito rapidi mutamenti e il nostro paese è diventato, da primo esportatore in Europa, importatore. Le quantità acquistate dall'estero (17.500 t. nel 2023), in specie da paesi europei quali Spagna, Portogallo, Francia, Albania e da altre origini extraeuropee quali Turchia, Cile ecc., hanno rappresentato nel 2023 una quota di circa il 35% sul totale delle quantità circolanti in Italia, per un importo di circa 53 milioni di euro.
Castagneto in Emilia
"La castanicoltura in Italia - spiega Luciano Trentini, vice presidente del Centro studi e documentazione sul castagno - occupa una superficie di poco inferiore ai 40.000 ettari ed è realizzata da migliaia di piccole aziende agricole professionali e non, che hanno una consistenza aziendale media intorno ai 2/3 ettari di castagne o marroni. Questi frutti dell'albero del castagno sono una risorsa importante per il castanicoltore poiché permettono di fornire una interessante integrazione al reddito agricolo di tanti operatori che vivono e conservano il territorio montano".
"Da qualche anno a questa parte, si sta verificando un sensibile calo della produzione, e contestualmente delle superfici coltivate, a causa di molteplici fattori quali lo spopolamento delle aree montane, l'invecchiamento dei castanicoltori, la mancanza di raccoglitori, la scarsa produttività dei vecchi impianti, i cambiamenti climatici, i funghi e gli insetti che attaccano la specie. Tali fattori mettono a dura prova il castagno e chi lo coltiva.
Le patologie che stanno colpendo questa specie sono molteplici, fra queste il mal dell'inchiostro, la Gnomoniopsis. Fra gli insetti, sono gravi i danni causati dalle Cidye e dal Cinipide, uno degli ultimi insetti alieni che hanno colpito il castagno. Quello che oggi attira maggiormente l'attenzione e allarma i produttori italiani ed europei è la Gnomoniopsis castaneae chiamata anche "Marciume gessoso".
"La castanicoltura italiana - interviene il professor Elvio Bellini, presidente del CSDC di Marradi - necessita di rinnovamento, a fianco dei vecchi impianti tradizionali, ne servono di nuovi, moderni, e realizzati con il metodo del frutteto. Servono anche nuovi studi per disporre informazioni e monitoraggi in questa fase di cambiamento climatico. Occorre anche, in questa fase, incentivare i consumi e, per riuscirci, è necessario promuovere il territorio oltre a vendere qualità".
Prosegue Trentini: "Questo ci è stato riconosciuto dalla Ue che ha sancito il riconoscimento comunitario DOP e IGP a ben 18 prodotti castanicoli".
Durante Macfrut, sarà presentato il libro del prof. Elvio Bellini, dedicato proprio alle DOP e IGP riconosciute dalla UE all'Italia.
"Anche quest'anno il Centro di Studio e Documentazione sul Castagno sarà presente a Macfrut con un proprio stand, insieme ad altre imprese del settore che da qualche tempo partecipano alla manifestazione con l'obiettivo di sviluppare il settore e di portare castagne e marroni a livello di tante altre specie frutticole oggi maggiormente conosciute", conclude Trentini.
Un nutrito programma di incontri e convegni coordinati appunto dal CSDC permetterà a quanti vorranno partecipare di conoscere i recenti risultati della ricerca in tema di innovazione, promozione e sviluppo del settore.
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