L'agronomo Helmut Leili ha sviluppato un container plug-and-play, la cui dimensione è determinata dal numero di pallet che vengono disinfettati al suo interno ogni giorno. La crescente quantità di scarti alimentari nel sistema e il problema della contaminazione dei prodotti ortofrutticoli, sempre più rilevante per la sicurezza alimentare, lo preoccupavano. Si è reso conto che le attuali tecnologie all'ozono non offrivano una soluzione per l'ortofrutta non idonea al lavaggio.
Mentre Leili portava avanti la sua idea, è giunto alla conclusione che ogni tipo di frutta o verdura si comporta in modo diverso in presenza di ozono e la ricerca e lo sviluppo includevano l'individuazione della dose perfetta per ogni tipo. "L'unicità della nostra tecnologia all'ozono è che penetra negli imballaggi ben ventilati. Ho sviluppato la tecnologia tenendo conto di questo fattore. Siamo l'unica azienda che può disinfettare frutta e verdura che non possono essere lavate e che sono già confezionate e pallettizzate", spiega Leili.
Inoltre, per utilizzare la tecnologia Flavour Shield è necessaria una formazione minima e nessuna manodopera extra. "L'ozono disinfetta e prolunga la shelf life. Questo ci rende diversi. Molte aziende prolungano la durata di conservazione ma lo fanno con cloro, altri composti chimici o cere".
L'uso di fungicidi post-raccolta, affermano all'azienda, può essere eliminato quando si disinfetta con l'ozono.
Un'unità di trattamento all'ozono Flavour Shield installata in un impianto di confezionamento (foto fornite da Flavour Shield)
L'azienda intravede nel Sudafrica un grande potenziale. "I prodotti sudafricani vengono spediti in tutto il mondo e questo richiede tempo. Aiutiamo gli esportatori a proteggere la qualità della frutta prodotta in Sudafrica, frutti nei quali i consumatori possono avere fiducia e il cui sapore rimane intatto, senza l'uso di sostanze chimiche. Ciò crea anche maggiori opportunità commerciali per gli esportatori, inclusa la possibilità di acquisire lo status di fornitore preferenziale con i loro clienti".
Non c'è dubbio che rivestimenti e imballaggi atmosferici estendano la shelf life, ma questi prodotti non possono disinfettare allo stesso livello dell'ozono. Leili aggiunge: "Se gli esportatori combinano la nostra tecnologia a quelle soluzioni, offriamo loro la possibilità di rendere quell'imballaggio più prezioso".
"È uno scenario in cui 1 + 1 fa 3", osserva Rohleder. "La soluzione ottimale è combinare i due metodi per estendere la shelf life. Prevenire lo spreco alimentare, oltre alla sicurezza alimentare, è una priorità anche per rivenditori e consumatori".
Aumento del 25-30% della shelf life
Leili afferma: "Siamo riusciti a raddoppiare la durata di conservazione degli avocado. Si nota anche una grande differenza con mirtilli e more. Siamo riusciti a dimostrare un netto aumento del 25-30% della shelf life". Si è lavorato su broccoli, pere, pomodori, zucchine, banane, pesche e guava.
Fragole disinfettate con ozono rispetto a frutta non trattata: la prevalenza di muffa nel gruppo di campioni è in forte contrasto con la frutta disinfettata
Rob Kooijmans, co-fondatore della Flavour Shield, aggiunge: "Il grande svantaggio del cloro è che lascia residui. Anche se lavi la frutta, ci sono sempre delle molecole che rimangono sulla frutta e che non fanno bene alla salute". Kooijmans sottolinea che l'Unione europea, dopo molti anni di riflessione, ha fissato dei limiti alla quantità di cloro, un prodotto chimico che non si degrada rapidamente e rimane nel sistema idrico per anni.
Al contrario, l'unico residuo lasciato dall'ozono, è l'ossigeno. Allora perché l'ozono non è diventato la scelta automatica per la disinfezione nel magazzino? "Perché l'ozono è molto specifico e devi generarlo in loco", spiega Leili. "La tecnologia di generazione dell'ozono ha fatto molta strada. È una questione di applicazione corretta e ci sono due metodi di applicazione molto differenti".
Un rendering dell'ultima versione dell'unità della Flavour Shield
Requisito minimo di elettricità
L'inalazione diretta di ozono sarebbe dannosa, ma il metodo della Flavour Shield è completamente sicuro per i dipendenti, perché il personale non può entrare nel container finché l'ozono non è esaurito al 100% e convertito in ossigeno.
I requisiti di consumo elettrico sono infatti minimi, poiché l'attrezzatura che richiede energia elettrica durante ogni ciclo di disinfezione funziona solo per pochi minuti, spiegano all'azienda. È progettata in modo tale che, se un cliente richiede pannelli solari per l'unità quando utilizzata all'aperto, possiamo soddisfare tale richiesta.
"La funzionalità del sistema è interamente basata sul cloud", afferma Kooijmans. "Ogni volta che si verifica un problema, possiamo immediatamente risolverlo da remoto, se riguarda azioni software di cui l'unità ha bisogno per funzionare. Possiamo misurare l'uso dei componenti principali dell'attrezzatura in relazione all'usura. Grazie a questa capacità, possiamo fornire automaticamente ai nostri clienti le informazioni sulla manutenzione, con largo anticipo rispetto a eventuali problemi".
Per maggiori informazioni:
Flavour Shield
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info@flavourshield.com
flavourshield.com