Se si continua a ragionare come si è sempre fatto, si è destinati all'agonia. Ma se si cambia paradigma, si può invertire la rotta. E' uno dei concetti emersi il 29 novembre al convegno "Fruit Valley, guadiamo avanti" organizzato dall'Accademia Nazionale di Agricoltura a Boncellino (Ravenna), nella sala riunioni della locale sede di Agrintesa.
La sala gremita
Nutrito il numero dei relatori (ben venti), che si sono dati il cambio in una maratona iniziata alle 8,30 e terminata alle 13,25, ma con una salta attenta e partecipe fino alla fine, anche perché la posta in palio non è bassa: si tratta del futuro della frutticoltura emiliano romagnola.
Dopo le introduzioni e i saluti di Giorgio Cantelli Forti (presidente Accademia Nazionale Agricoltura) e Daniele Bassi (Università di Milano), si è entrati nel vivo dei lavori, con le diverse filiere ortofrutticole sotto i riflettori. Quella che ha subito i peggiori danni in soli 5-6 anni, è quella del pero.
"Per noi è stato un terremoto - ha esordito Albano Bergami, produttore di Ferrara con 40 ettari di azienda - L'Emilia Romagna è passata da essere leader in Europa nella produzione di pere a un ruolo secondario. I motivi sono tanti, ma non dimentichiamo che sono partiti almeno dal 2012: allora, però, il nodo era una sovrapproduzione. Ora, invece, assistiamo alla perdita di quasi la metà delle superfici a causa di malattie, insetti alieni e cambiamenti climatici".
Albano Bergami
Bergami, noto per la sua schiettezza e sincerità, non ha filtrato la sua opinione: "È vero che il futuro sta nel sapersi organizzare in OP, e il primo passo è rafforzare queste strutture. Ma il secondo passo è eliminare le OP inefficienti o fasulle. La politica comunitaria non mi convince, così come quella politica miope che legifera senza valutarne le conseguenze per il mondo produttivo. L'ortofrutta emiliano romagnola ha subito un terremoto: non basta dare una mano di vernice. Occorre ricostruire dalle fondamenta".
Renzo Piraccini
Sulla stessa linea Renzo Piraccini, presidente di Macfrut il quale, memore della sua lunga esperienza di manager, ha portato le sue considerazioni sul settore senza indugiare sulla fiera che coordina. "Dobbiamo ripartire, capendo gli errori che abbiamo compiuto il passato, sia come strutture organizzate, sia a livello di Istituzioni. Pesche e nettarine sono l'emblema dei nostri limiti degli ultimi anni. Prendiamo ad esempio chi ce l'ha fatta: la Spagna. Hanno spiccato il volo quando hanno iniziato a produrre in zone 'desertiche', con aziende dai 50 ai 1000 ettari di superfici ciascuna. Se vogliamo competere con l'estero, occorrono dimensione adeguata e organizzazione (altrimenti ci si deve accontentare del mercatino degli agricoltori in piazza il sabato mattina, ndr). Poi servono riforme sul costo del lavoro: Spagna, Grecia ma anche regioni a statuto autonomo e meridionali hanno tassazione sulla manodopera inferiore del 25% rispetto a regioni come l'Emilia Romagna. Senza aziende agricole forti, non c'è futuro".
Piraccini ha continuato dicendo che "servono scelte politiche univoche e chiare. Accontentare tutti è più facile, politicamente e in vista delle elezioni, ma non porta giovamento al settore. Il mondo politico deve capire che il settore agricolo è fondamentale e strategico: l'Europa deve essere autosufficiente dal punto di vista alimentare e non diventare un importatore netto. Serve equilibrio fra import ed export", ha concluso.
Angelo Benedetti
Inoltre, la competitività di una regione, al pari di quella di una nazione, si misura sul grado di innovazione che sa apportare. Su questo è stata emblematica la testimonianza di Angelo Benedetti, presidente di Unitec. "C'è carenza di manodopera? Noi di Unitec cerchiamo di colmare questo gap. Abbiamo in cantiere un progetto, quasi completato, per lo sviluppo di un sistema robotizzato per raccogliere la frutta. No, niente droni: noi abbiamo progettato una macchina con dei bracci meccanici e un sistema di telecamere per identificare i frutti pronti ad essere raccolti. Nel 2025, sarà pronto uno di questi robot per la raccolta, ad esempio, dei kiwi. Ma anche per mele, pere e drupacee il robot sarà in grado di raccogliere in autonomia. Le ciliegie? Sarà una bella sfida, ma noi di Unitec, con cento anni di storia appena compiuti, non ci tiriamo indietro".
Ma non finiscono qui le innovazioni della ditta di Lugo: "E già realtà un carro per la raccolta in grado di selezionare in campo e dare indicazioni agli operatori in diretta, mostrando il grado di maturazione di quanto hanno staccato. Se poi passiamo all'interno degli stabilimenti, qui la robotica sta aumentando a livello esponenziale, non solo sulla selezione della frutta, ma anche nella movimentazione delle confezioni destinate alla vendita o per la gestione degli imballaggi. Il nostro mantra è dare agli imprenditori le giuste tecnologie per selezionare la frutta in base alle esigenze dei mercati. Un esempio su tutti: il Cile ha aumentato le esportazioni di ciliegie del 1.613 per cento in soli 14 anni, cioè da quando hanno capito che potevano diversificare il raccolto e spedire in ogni mercato le ciliegie adatte dal punto di vista della qualità e della tenuta. In Cina, ad esempio, pagano le ciliegie solo quando si apre il container e se ne verifica la qualità: per questo gli esportatori cileni non possono sbagliare e si rivolgono costantemente a noi e alle nostre tecnologie per la selezione della frutta", ha concluso Benedetti.
Stefano Foschi
Sul tema pere è tornato Stefano Foschi, di Unapera, ricordano il ruolo dell'aggregazione nata nel 2021. "Uniti si hanno più strumenti e risorse per il marketing, la ricerca e lo sviluppo. Unapera è giovane, ma i progetti di ricerca in atto stanno già fornendo indicazioni utili. La lotta alla maculatura è una priorità, così come la gestione del post raccolta o l'ottenimento di nuove varietà e portinnesti".
Elisa Macchi
In apertura, Elisa Macchi - direttrice del CSO - ha disegnato una panoramica, a volte sconfortante, sull'andamento delle diverse specie frutticole, in Emilia Romagna. Da annotare la debacle delle pere (-43% in 10 anni, da 19.700 a 11.300 ettari); -55% per pesche e nettarine in 10 anni; superfici dei kiwi quasi stabili (cala il verde, ma aumenta il giallo); susine stabili, mele in crescita, albicocco stabile.
Luca Lovatti
Luca Lovatti, responsabile Ricerca e sviluppo di Melinda, ha ricordato ai circa cento presenti in sala che fino a 30 anni fa in Trentino vigeva una frammentazione assurda, con agricoltori in ordine sparso a capo, ciascuno, di aziende da 1 o 2 ettari massimo. "Oggi tutti, o quasi, sono consorziati sotto il marchio-ombrello Melinda e questo permette di avere risorse per il marketing, la ricerca, lo sviluppo. Quando facciamo programmazione, ragioniamo sull'ordine dei prossimi 20 anni".
Luca Corelli Grappadelli
L'innovazione data da un frutteto "elettrico" è stata descritta dal docente universitario Luca Corelli Grappadelli. "Si tratta di un frutteto che trae giovamento dalla presenza di pannelli fotovoltaici. E se un frutteto produce energia, può anche fare a meno di trattori a gasolio usandone di elettrici, con un beneficio in termini di costi di gestione ed emissioni di CO2".
Andrea Grassi
Sul kiwi è intervenuto Andrea Grassi, responsabile tecnico del gruppo Apofruit: "Sappiamo tutti che negli ultimi anni PSA, moria, cimice e andamento climatico anomalo hanno causato forti riduzioni in ettari. Ma dobbiamo pensare al futuro: probabilmente nel giro di pochi anni saranno disponibili numerose nuove varietà. Cerchiamo di non ripetere gli errori del passato e di fare scelte oculate".
Gianluca Bagnara
L'economista Gianluca Bagnara ha ricordato a tutti che i fondi di investimento non solo guardano con grande interesse al comparto agricolo, ma già sono presenti. Il comparto agricolo capirà mai l'importanza strategica che si ritrova?".
Sul fronte ricerca, è intervenuto anche Walter Guerra del Centro di sperimentazione Laimburg. "L'elettronica nei frutteti sarà prassi quotidiana nei prossimi anni, per questo abbiamo dei progetti di ricerca anche in questa direzione. Nel 2025, il nostro Centro compirà 50 anni, ma i nostri progetti di ricerca già guardano avanti di un paio di decenni".
Francesco Emiliani
Il "caso Valfrutta" non è un fatto di cronaca nera, ma il successo raggiunto dal noto brand sul fronte della frutta conservata. "Partiamo da una materia prima di qualità, ma in tanti ce ne hanno di simile - ha spiegato Francesco Emiliani, di Conserve Italia - quindi abbiamo puntato sul comunicare quanto c'è dentro, ma pure fuori, ogni barattolo: vale a dire frutta, territorio, e agricoltori. Questi tre pilatri vengono uniti tramite la tracciabilità e comunicati grazie a un QR Code identificativo su ogni confezione, che 'parla' direttamente al consumatore"
Domenico Solimando e Nicola Dalmonte
Il presidente del Canale Emiliano Romagnolo e il capo settore ricerca, rispettivamente Nicola Dalmonte e Domenico Solimando, hanno ricordato come certe difese attive, come gli impianti antibrina, necessitano di forti disponibilità di acqua. Occorre quindi pensare ad accumulare risorse idriche nei momenti di pioggia: per farlo, servono forti investimenti che un agricoltore da solo non può affrontare".
Valtiero Mazzotti
Le conclusioni sono state tratte da Valtiero Mazzotti, direttore del settore agricoltura dell'Emilia Romagna. "Come Regione, stiamo investendo ingenti risorse per accompagnare le imprese agricole in questa fase di transizione. Gli obiettivi che si siamo prefissi riguardano la protezione dei frutteti, la robotica per innovare ogni fase produttiva e le biotecnologie per dare risposta a vecchi e nuovi problemi biotici e abiotici".
Per maggiori informazioni
Accademia Nazionale Agricoltura