"I primi fichi a residuo zero della stagione 2024 sono partiti dal nostro magazzino nei primi giorni di agosto. La raccolta è iniziata con circa due settimane di anticipo, complice l'andamento climatico molto caldo che, se da una parte ha accelerato la maturazione, dall'altra ha ridotto le pezzature e le rese del 20%. La carenza idrica senza precedenti ha poi provocato non poche difficoltà nel mantenere le piante in vegetazione".
A parlare è Antonio Vito Ancona dell'OP Ancona, un'organizzazione di produttori che produce e commercializza fichi da oltre 40 anni, coltivati nei comuni di Policoro, Rotondella, Pisticci e Bernalda, tanto da aver dedicato a questo frutto uno specifico brand: "Il fico Lucano".
Il frutto si presenta di colore verde con fenditure e sovracolore violetto. La buccia è sottile mentre la polpa ambrata è ricca di potassio, magnesio, ferro e vitamine del gruppo C, B e K.
"Quest'anno notiamo un importante interesse da parte degli operatori nazionali ed esteri. I prezzi sono simili a quelli della precedente stagione, ma le richieste si mostrano più vivaci. I nostri fichi raggiungono i mercati all'ingrosso italiani (come Milano, Treviso, Bergamo, Padova, Parma, Firenze, Torino, Udine Mestre, Livorno e Bologna) e quelli tedeschi in packaging da 500 g, inseriti poi in cassette da 3 kg. Visto l'anticipo della raccolto crediamo di terminare la commercializzazione entro la fine di settembre. Tutto però dipenderà dal clima e dal tasso di umidità".
Per L'OP Ancona, i fichi rientrano tra i prodotti ortofrutticoli di punta, tanto da diventare uno dei soggetti capofila del progetto "Studio e implementazione dei sistemi di difesa fitosanitaria innovativi del fico", che vede la collaborazione anche dell'Università degli Studi di Bari.
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