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Paolo Bonfiglioli, storico produttore di patate del bolognese

"Siate in grado di accettare i cambiamenti"

"Basta lamentarsi, occorre superare le difficoltà con l'innovazione. E con un cambio di passo. La cosa che mi fa arrabbiare più di tutte? Quando qualcuno contesta dicendo 'abbiamo sempre fatto così, perché cambiare'?". A dirlo non è, come ci si potrebbe aspettare, un giovane ricercatore o un imprenditore di 40 anni, ma Paolo Bonfoglioli, 87 anni, storico produttore di patate di Minerbio (Bologna). Non a caso, nella sua azienda la scorsa settimana si è svolta la giornata tecnica, dedicata all'innovazione, facente capo al progetto Patatec (cfr. FreshPlaza del 4/07/2024).

Paolo Bonfiglioli, 87 anni ma con la mentalità di un ventenne

"I cambiamenti vanno studiati, messi in pratica e accettati - ha affermato Bonfiglioli - e un'iniziativa come questa è utilissima per guardare come si evolve la ricerca nell'ambito della patata. Anzi, è un progetto che va ampliato. Io credo molto nelle nuove varietà, dopo le opportune prove, perché bisogna guardare al futuro. Un'altra cosa che mi fa arrabbiare è quando mi ritrovo con gente che comincia a parlarmi del passato, dei ricordi, di come andavano una volta le cose. Quando sento questi discorsi io scappo, io voglio parlare di futuro".

Bonfiglioli e il direttore di Astra Nicola Minerva al convegno Patatec a Minerbio (BO)

Ed è un esempio per tutti che questo imprenditore, nato quando l'Italia era nel pieno delle sanzioni (1937) abbia un tale slancio al progresso sulla falsariga di Adriano Olivetti (il noto imprenditore della casa di Ivrea che costruiva macchine per scrivere, calcolatori e computer) che diceva 'In me non c'è che futuro'.

Bonfiglioli attualmente coltiva 6 ettari di patate

"Tocca a noi cambiare mentalità - ha ribadito - e si deve ragionare nell'ottica che gli investimenti fatti in ricerca si ripagheranno con le nuove varietà e con il progresso tecnico. Io attualmente coltivo 6 ettari di patate, ma ne ho avuti molti di più in passato. Però servono azioni politiche intelligenti, che oggi non vedo".

Nel dettaglio, "è inutile parlare di qualità se poi non la possiamo difendere. Chi ha potere decisionale deve contrapporsi a questa cultura del 'no': no alla chimica, no agli Ogm, no a tutto. È una deriva che va cambiata", ha concluso.