Non piove da parecchi mesi, anzi non piove come dovrebbe già da tanti anni, e le falde acquifere hanno ridotto le loro portate. Gli invasi siciliani, di conseguenza, non si sono stati riempiti dalle piogge, alcuni sono già a secco da tempo e altri hanno riserve davvero ridotte.
Sull'argomento è intervenuto Corrado Vigo, esperto agronomo con una lunga serie di incarichi in seno al Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Agronomi e in Commissione Agricoltura Europea al "Tavolo Tecnici Esperti Agrumi".
"Potremmo dire che la situazione dell'estate 2024 si racchiude in poche parole, ovvero: siamo alla ricerca dell'acqua perduta – stigmatizza l'agronomo - Le problematiche che stanno vivendo gli agricoltori ma anche gli allevatori appaiono sempre più complesse e tragiche. Ancora il vero caldo deve arrivare, a luglio e agosto, ma sappiamo che anche settembre è un mese in cui le temperature rimangono alte e le esigenze irrigue delle piante non si riducono".
"Non c'è da stare allegri, quindi, poiché le risorse idriche sono davvero agli sgoccioli - spiega Vigo - Fa eccezione il lago di Lentini, in cui attualmente giacciono 75 milioni di metri cubi di acqua inutilizzati. Un vero schiaffo alla piana di Catania, dove è situata una delle maggiori estensione di agrumi in Sicilia, che muore di sete. Le prospettive di produzione degli agrumi, quindi, non sono certo rosee. La cascola che naturalmente accompagna il mese di giugno si è fatta più importante come reazione delle piante alla siccità".
Corrado Vigo, nella sua qualità di agronomo di campo, perlustra quasi quotidianamente la Piana di Catania e l'intera Sicilia orientale, effettuando numerose visite aziendali. Grazie alla sua presenza costante sul territorio, Vigo ha la percezione diretta della situazione difficile che molte aziende agrumicole stanno vivendo.
"Chi ancora possiede delle risorse idriche nelle falde sotterranee - dice con tono allarmato - si è visto a ridurre notevolmente la portata dei propri pozzi e, al contempo, sta sostenendo costi elevatissimi per irrigare. È mancata innanzitutto una politica agricola siciliana con una visione a lungo termine".
"Beh, poi è mancata una politica delle acque, lasciando alla deriva i consorzio di bonifica che attualmente sono soltanto dei produttori di cartelle esattoriali insostenibili, ingiustificatamente alte - spiega L'esperto - In questi ultimi mesi la politica siciliana vorrebbe tentare di risolvere ciò che non è stato fatto in 40 anni. Purtroppo in uno o due mesi non si possono risolvere problemi atavici".
E mentre la Sicilia grida alla siccità, gli agricoltori continuano a sperare nelle piogge. E tutto ciò mentre il nord del Paese e flagellato da precipitazioni fuori da ogni controllo.
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