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Gli effetti del clima che cambia

"Le difficoltà del settore orticolo si sono avvertite già nell'ultimo trimestre del 2023 e all'inizio del primo trimestre del 2024. Siamo preoccupati". A dirlo è Giuseppe Bellomo, titolare dell'omonima azienda agricola, con sede nella Sicilia occidentale, a Mazara del Vallo (TP), il quale prosegue: "Sotto i colpi della siccità, delle temperature anomale sopra la media e di un mercato sempre più altalenante, abbiamo assistito a un periodo di produzione abbondante, seguito da veri e propri vuoti di produzione. E per questo sono state riscontrate alcune difficoltà nel rispettare i programmi produttivi per tutte le nostre referenze".

Giuseppe Bellomo

L'azienda ha fatto della diversificazione un punto di forza e la disponibilità di tante referenze compensa momenti di difficoltà nella commercializzazione. Ma non tutto è facile.

"Cominciando dalle fragole, abbiamo assistito a notevoli ritardi - spiega Bellomo - che sono stati determinati dal caldo anomalo nelle zone di produzione delle piante in nord Europa. Ciò ha indotto morie e ritardi durante i trapianti, con in aggiunta un inizio di mercato per niente scoppiettante come, invece, si prospettava. Adesso si attende una primavera all'insegna della ripresa, per una coltura dal notevole impatto economico".

"Ha invece davvero sorpreso, almeno in parte, il cavolfiore, sul quale abbiamo assistito a un vero e proprio ritardo di produzione - rivela l'intervistato - con la conseguenza che le raccolte si sono concentrate in un unico periodo. Le richieste durante la fine del quarto trimestre sono risultate ottime e con prezzi sopra la media, in conseguenza del ritardo di produzione di quasi tutte le varietà. Una possibile causa sono state le temperature sopra la media, che hanno ritardato la maturazione del corimbo. Se durante la fine del quarto trimestre 2023 i prezzi nei mercati oscillavano da 2,30 a 3,00 euro/pezzo durante il primo trimestre del 2024 i prezzi non hanno superato 0,30 – 0,50 euro/pezzo".

"Altre referenze prodotte in azienda sono biete, spinaci, cicorie, indivia e lattughe - aggiunge l'imprenditore agricolo - che, anch'esse, hanno subito l'impatto delle condizioni climatiche avverse. La siccità si è fatta sentire pesantemente, lasciando le quotazioni alte, non senza stupore, visto che un clima così caldo avrebbe potuto anche scoraggiare le vendite di questi prodotti. I prezzi nei mercati non sono mai scesi sono 6,00 – 7,00 euro/cassetta da 10 pezzi".

"Per quanto attiene il pomodoro, possiamo dire che le temperature sono state favorevoli -riferisce Bellomo - Fin qui infatti non abbiamo dovuto riscaldare, come invece qualche volta avviene d'inverno. Visti gli aumenti di costi di produzione, quest'evenienza ci ha permesso per lo meno di risparmiare un po'. Stiamo entrando adesso nel vivo della produzione, che sembra soddisfacente per qualità e quantità. Nota negativa è la forte pressione di alcune virosi che non avevamo mai registrato con una tale entità nel nostro areale. I prezzi sono in linea con l'attuale situazione di mercato".

"L'imprevedibilità climatica ci deve preparare ad affrontare le difficoltà che si presenteranno da qui in avanti - conclude l'esperto - E' pertanto necessario affidarsi alle tecnologie dall'agricoltura 4.0 per restare competitivi e sostenibili".