I vari comparti della frutta a guscio nazionale da alcuni anni soffrono la concorrenza dei prodotti extra UE che, non sottostando alle limitazioni nell'uso dei fitofarmaci prefissate dalla UE, riescono a realizzare rese per ettaro molto maggiori e quindi a vendere a prezzi molto inferiori.
Per poter valorizzare la produzione italiana del settore frutta a guscio serve quindi una importante e capillare campagna informativa che faccia capire al consumatore le differenze qualitative tra il prodotto nazionale e quello proveniente dall'estero.
Michele Sciannimanica
"Il Noceto da quest'anno marca le noci con l'anno di raccolta - spiega Michele Sciannimanica, direttore OP Il Noceto - proprio perché esiste una grossa fetta di prodotto degli anni precedenti che viene mischiato con quello "fresco", senza che nessuno ne sia a conoscenza. Il consumatore quando mangia le noci non sa che potrebbero essere 'vecchie' e quindi, quando ne trova alcune che non corrispondono alle sue aspettative, pensa solo che sia colpa della "natura" del prodotto".
"I nostri clienti trovano le nostre noci migliori, senza sapere che lo sono anche perché appartengono allo stesso anno di raccolta. Non sanno che il prezzo elevato è dovuto ai sistemi di produzione integrata, ovvero al rispetto dell'ambiente, che necessariamente comportano una riduzione delle rese, mentre i costi di produzione rimangono sempre elevati. Noi - prosegue - e le altre aziende del settore frutta a guscio non possiamo però permetterci di fare delle campagne stampa di informazione di tutte le differenze tra un prodotto italiano e uno d'importazione. E' quindi ottima la notizia da parte del Ministero che stanzia dei fondi non solo per la produzione, ma anche per una campagna d'informazione unitaria che, vista la dotazione, avrà sicuramente il suo effetto. Speriamo solo che vengano ben utilizzati. Era proprio quello che mancava per risollevare il settore italiano attraverso una forte spinta promozionale".
Noci marchiate una ad una per Il Noceto
I fondi di cui al Dm fanno riferimento alla legge 30/12/2020 n 178 che ha istituito il Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere minori, tra cui appunto la frutta a guscio.
In sintesi, la conferenza Stato-Regioni ha stanziato 7 milioni di euro per attività di investimento realizzate dalle imprese (2 milioni rispettivamente per le nocciole e per le castagne, 1 milione rispettivamente per mandorle e noci, 200 mila per pistacchi e carrube); e altri 7 milioni per la realizzazione di una campagna di informazione e promozione "rivolta al consumatore al fine di stimolare una domanda destagionalizzata e un acquisto consapevole della qualità e degli effetti nutraceutici dei prodotti delle specie afferenti alla filiera della frutta in guscio".
Per quanto riguarda gli interventi a sostegno della produzione, dovranno essere a favore della realizzazione di nuovi impianti nel limite dei 5 ettari, dell'introduzione e ammodernamento degli impianti irrigui, per l'introduzione di innovazioni nella gestione della difesa fitoiatrica.
"Speriamo quindi che dopo le campagne promozionali che gli altri stati hanno fatto con successo in Italia, il nostro Paese attraverso il suo Ministero della sovranità alimentare sia in grado di promuovere la frutta a guscio italiana", conclude il direttore.
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