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Progetto Wappfruit: risultati e prospettive per l’agricoltura piemontese

Ricerca, risultati e prospettive future: questo è Wappfruit, il progetto coordinato dal Politecnico di Torino che mira ad applicare le tecnologie di sensoristica avanzata alla gestione delle risorse idriche in agricoltura. Gli studi, realizzati grazie ai fondi del PSR 2014-2022, rappresentano il frutto di una vera e propria sinergia tra diverse realtà del territorio piemontese: con il Politecnico di Torino-Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni come ente capofila, Wappfruit nasce dall'intreccio di competenze diverse e complementari.

Protagonisti del progetto sono il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio dell'Università degli Studi di Torino, Fondazione Agrion, Astel Srl, e tre aziende agricole del territorio, La Marchisa di Valter Panero e le aziende Vassallo Paolo e Sacchetto Giuliano.

Un progetto importante per il futuro dell'agricoltura piemontese, che si serve di una tecnologia tanto intuitiva quanto complessa: alcuni sensori installati nel suolo in prossimità dell'apparato radicale delle colture raccolgono informazioni sulla quantità di acqua presente nel terreno, in modo che l'agricoltore sia guidato nell'azione irrigua, adattando l'irrigazione alla necessità reale delle piante, con benefici sia economici sia produttivi.

L'evento conclusivo di Wappfruit, che si è tenuto il 17 ottobre nella sede frutticola di Fondazione Agrion, è stata l'occasione per presentare nel dettaglio la tecnologia alla base di questa ricerca, rivolgendosi agli imprenditori locali e alle classi quinte dell'istituto agrario di Verzuolo presenti.

Durante l'incontro, in cui sono intervenuti docenti dei dipartimenti universitari coinvolti, tecnici di Fondazione Agrion e gli imprenditori delle tre aziende agricole sperimentali che hanno partecipato alla ricerca, Umberto Garlando, Mattia Barezzi e Danilo Demarchi del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni hanno esposto nel dettaglio il funzionamento della tecnologia di Wappfruit: alcuni sensori vengono installati nel terreno per misurare sia l'acqua già presente nel suolo sia la pressione che la pianta deve esercitare per riuscire a sottrarre l'acqua al terreno; i sensori inviano poi i dati raccolti a una centralina, che comunica con Wappbrain, un sistema di supporto alla decisione che indica il momento più adatto per irrigare.

Davide Canone e Davide Gisolo del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, hanno poi esposto il funzionamento dell'algoritmo della gestione degli impianti, che misurano la quantità di acqua presente nel terreno per evitare lo stress idrico della pianta con eccessive irrigazioni. Luca Nari, ricercatore di Fondazione Agrion, insieme ai titolari delle aziende agricole coinvolte, ha poi illustrato i risultati raccolti in campo su melo e actinidia: non solo risparmio idrico, ma anche un'incidenza diretta sulla produzione stessa e sulla pezzatura dei frutti.

Danilo Demarchi, coordinatore del progetto, sottolinea: "Wappfruit ha portato risultati estremamente importanti, dimostrando un evidente risparmio di acqua nell'irrigazione delle coltivazioni. L'innovazione principale di Wappfruit consiste nell'utilizzare sensori che superano il monitoraggio di parametri ambientali, ma andando direttamente nel campo per comprendere i bisogni effettivi del terreno e della pianta. Ha inoltre dimostrato la robustezza della soluzione IoT, con un controllo in tempo reale del sistema, sfruttando il protocollo di trasmissione LoRa".

Lorenzo Berra, coordinatore tecnico-scientifico di Agrion che ha moderato i lavori, evidenzia: "il tema della corretta gestione dell'acqua è primario in questo contesto di cambiamenti climatici, soprattutto in Piemonte, che negli ultimi anni ha attraversato estati piuttosto siccitose. Siamo convinti che le importanti innovazioni tecniche messe a punto in questi anni da Wappfruit sono delle risposte efficaci e prontamente fruibili alla domanda di corretta restituzione idrica con l'obiettivo di risparmiare acqua e al contempo garantire un corretto equilibrio vegeto-produttivo delle piante. Davvero un ottimo esempio di percorso di ricerca che ha unito le competenze di ingegneri, agronomi e imprenditori agricoli".

Data di pubblicazione: