"Se è vero che negli ultimi quattro anni l'export agroalimentare italiano ha visto una crescita pressoché costante, con un 14% in più nel 2022 rispetto all'anno precedente, i primi dati del 2023 mostrano un rallentamento a valore: solo +8% nei primi 5 mesi rispetto allo stesso periodo del 2022. Tale rallentamento è dovuto a una serie di fattori, in primis il contesto macroeconomico negativo e la spinta inflazionistica che ha portato alla crescita dei prezzi".
A dichiararlo, in occasione di Sana 2023, è stata Evita Gandini (nella foto sopra), head of market insight di Nomisma, la quale ha sottolineato: "Anche dall'andamento dei volumi si nota un calo del 5% da gennaio a maggio 2023. Sia in Italia sia sui mercati internazionali, le famiglie hanno rivisto quindi le abitudini di vita e di spesa alimentare".
I prodotti più esportati da gennaio a maggio 2023
"Se il vino è l'ambasciatore del made in Italy sui mercati internazionali, l'ortofrutta fresca occupa il secondo posto sul podio con 2,46 miliardi di euro nei primi 5 mesi del 2023", ha spiegato Gandini.

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"Grazie alle informazioni rilasciate dalle aziende ogni anno, siamo riusciti a individuare il perimetro dell'export biologico italiano, che nel 2023 raggiunge i 3,6 miliardi di euro, con una crescita dell'8% rispetto all'anno precedente - ha proseguito Gandini - Un altro dato importante è il posizionamento dell'Italia come top exporter di prodotti agroalimentari bio in Europa, seguita da Francia e Spagna. Posizione che si mantiene da diversi anni. Cresce, inoltre, il ruolo del bio sul paniere dei prodotti made in Italy esportati: il peso a valore ha raggiunto oggi il 6% a fronte del 4% registrato dieci anni fa".
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L'indagine realizzata da Nomisma per ITA.BIO, nel periodo tra luglio e agosto 2023, su un campione di 254 imprese (153 del food e 101 del wine) ha permesso di delineare i punti di forza, le debolezze, le sfide e le opportunità con cui le aziende biologiche italiane devono confrontarsi sui mercati internazionali.
"Un primo dato riguarda i canali di vendita del bio all'estero. Per quanto riguarda il food, le aziende intervistate fanno capo principalmente al dettaglio specializzato. A seguire Grande distribuzione (che mostra una flessione rispetto all'indagine condotta nel 2022), online del retailer e dell'azienda (anch'essi in calo), ristorazione (che vede invece una crescita rispetto al 2022)", ha spiegato Gandini.

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E sui mercati di destinazione del made in Italy biologico, i dati del settore food mostrano che, in Europa, i principali sono Germania, Francia, Benelux e Paesi nordici (inclusa la Norvegia). Per quanto concerne i mercati terzi, il podio è formato da Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito.
"Abbiamo chiesto inoltre alle aziende quale fosse la percezione sui mercati più promettenti per i prossimi anni. Per il food bio, troviamo nuovamente protagonista la Germania. A seguire Paesi nordici (Norvegia inclusa), Francia, Stati Uniti e Regno Unito", ha concluso Gandini.
Per quanto riguarda i prodotti biologici italiani più esportati nel 2022, questi sono vino (44%), olio extra vergine di oliva (30%) e pasta (25%). Frutta e verdura fresche raggiungono solo il 13%.