"La produzione italiana di mandorle è giunta a un punto di non ritorno". E' la lapidaria conclusione di Ignazio Vassallo, presidente dell'Associazione Siciliana Frutti in Guscio, nel lamentare la forte presenza del prodotto californiano in tutta Europa.
Ignazio Vassallo
"Migliaia di produttori siciliani, pugliesi e di altre regioni sono di fronte a un bivio: continuare a mantenere in vita gli impianti, non riuscendo a recuperare nemmeno i costi di produzione – prosegue il presidente - o estirpare il frutto di decenni di lavoro, sacrifici e investimenti?"
Le cause di questa crisi, secondo Vassallo, sarebbero da ricercare in una serie di fattori: "Come per altri settori, il Covid, la guerra e l'inflazione hanno certamente contribuito a una riduzione dei consumi. Ma l'elemento determinante che sta distruggendo la nostra mandorlicoltura è rappresentato dalla commercializzazione aggressiva che i produttori californiani stanno conducendo, e che finirà per distruggere l'intero settore della mandorla italiana ed europea".
Aggiunge Vassallo: "Quel che succederà, di questo passo, è che la politica dei prezzi della merce concorrente di oltremare porterà a una sorta di monopolio mondiale. Noi certamente non abbiamo la forza, né produttiva, né commerciale, per contrastare un gigante che fonda la propria egemonia sui volumi. Il terreno sul quale invece ci sentiamo invincibili è il gusto e la salubrità della nostra mandorla, priva aflatossine e altre sostanze nocive. Altro argomento è la sostenibilità ambientale del nostro prodotto, che non deve viaggiare in nave cargo per lunghissimi tragitti. Ciò consente di ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera e di conseguire un notevole risparmio idrico, poiché le coltivazioni siciliane sono aridoresistenti e necessitano di quantità irrisorie di acqua, rispetto a quelle americane a sesto d'impianto intensivo".
"Da anni, ormai - continua Vassallo - registriamo come i prezzi alla produzione degli agricoltori italiani o spagnoli non riescano a coprire nemmeno le spese di raccolta. Se qualche anno fa il prezzo alla produzione per la mandorla di Avola era di 2,20/kg in guscio, oggi non va oltre 1,30 euro, e mentre per la varietà Tuono prima venivano corrisposti circa 1,80 euro /kg, oggi se ne ottengono 1,20. E' tutto drasticamente ridotto! Per questo la mandorlicoltura italiana sta gettando la spugna, con abbandoni, estirpazioni e mancata raccolta, che costituiscono il quadro desolante dell'attuale situazione. La globalizzazione sicuramente non va fermata, ma va certamente governata. Per questo il mondo agricolo Italiano fa appello al Ministero della sovranità alimentare, all'Europa, alle Regioni interessate, alle organizzazioni di categoria, affinché siano adottati immediati provvedimenti se si vuole evitare che un intero settore economico (che è anche cultura, tradizioni, paesaggio, pasticceria di alta qualità, ecc.) scompaia definitivamente in breve tempo dalla vita italiana. Chiediamo maggiori controlli fitosanitari del prodotto importato e una campagna di comunicazione a livello nazionale, che veicoli messaggi salutistici sul nostro prodotto".
Per maggiori informazioni:
Associazione Siciliana della Frutta in Guscio
Ignazio Vassallo
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