“Ritengo opportuno avere le idee chiare, quando si parla di imballaggi sostenibili. Dunque è opportuno chiarire che la maggioranza degli imballaggi flessibili per ortofrutta ancora oggi è formata da plastiche 07 cioè plastiche 'NON' riciclabili e che al massimo, se intercettate, possono essere solo termovalorizzate”. Così Giuseppe Merloni, Ceo per il settore ortofrutta dell'azienda italiana inKarta.
In foto: Giuseppe Merloni, Ceo per il settore ortofrutta dell'azienda italiana inKarta.
“Quando definisco queste plastiche “non riciclabili” mi riferisco agli imballaggi flessibili tipici: rete o film per patate, cipolle, fagiolini, aglio, scalogno, castagne, noci, frutta secca con guscio, frutta estiva, carote, ravanelli, pomodoro, sedano, erbe aromatiche, indivia, ecc... Le plastiche 07 sono generalmente materiali accoppiati di diversi polimeri che possono avere un effetto barriera, effetto brillante, effetto saldante; hanno temperature di fusione diverse, cosicché un polimero diventa inquinante per l'altro e non vi è possibilità di separazione negli attuali impianti di riciclaggio. Ecco perché nell’ottica di una rivoluzione sostenibile la prima cosa da fare sarebbe appunto quella di sostituire questi imballaggi con analoghi monomateriali”.
inkarta oggi propone imballaggi mono-materiale in HDPE 2, con rete estrusa e rete klaff 100% riciclabile nel normale circuito della plastica. Quanto detto naturalmente nella piena consapevolezza che l'inquinamento da microplastiche non si elimina con questa soluzione. Oggi infatti le materie plastiche sono così economiche che non conviene riciclarle: il costo della materia prima processata è troppo elevato rispetto alla materia prima-vergine. Fino a qualche anno fa, navi cariche di questa merce arrivavano in Cina per essere ‘lavorate"; ora risulta meno oneroso sversare questo materiale in mare a ridosso delle coste africane, dove donne e bambini effettuano la selezione. Con il risultato che, purtroppo, ciò che non si ricicla resta in mare”.

“Dal 2017 abbiamo intrapreso la via della carta. La nostra mission è fornire al mercato ortofrutticolo e non solo, una gamma di imballaggi flessibili, plastic-free, utilizzando materiali e chimica alternativi, senza compromessi e senza alcun componente di origine fossile. Proponiamo imballaggi in carta, plastic-free, riciclabile, compostabile come tutti i componenti del manufatto: finestre, trattamenti antiumido, saldanti e inchiostri a base acqua. Il nostro è un materiale pulito, perché ci crediamo davvero in un mondo migliore che rispetti il pianeta, e non perché qualche regolamento o legge lo obbliga, anzi; ben vengano dall’alto regole chiare che orientino in un’unica direzione green i settori di riferimento".
In foto: Giuseppe Merloni, Ceo per il settore ortofrutta dell'azienda italiana inKarta, Gianni Aloisi e Abori Chet, soci fondatori di inkarta.
“L'industria cartaria ha un impatto positivo nella trasformazione di anidride carbonica in ossigeno, cioè le foreste piantate per produrre carta trasformano più CO2 in ossigeno di quanta CO2 si produce per fare carta. (fonte Assocarta 04 Feb 2010). Questi aspetti hanno guidato il nostro partner Cosmec srl nella progettazione della MVP-850; confezionatrice verticale utilizzabile con le plastiche monomateriali, studiata soprattutto per lavorare con imballaggi flessibili in carta".

"Un nuovo partner industriale - conclude Giuseppe Merloni - ci consente di continuare la promozione di imballaggi flessibili in carta, trattamenti, materiali, stampe, quantitativi, tempi di consegna, e assistenza post vendita, di assoluto prim'ordine. L'interesse è notevole nel campo ortofrutticolo: le caratteristiche della carta sono invitanti anche per altri segmenti di mercato come le industrie di pasta secca, legumi secchi, cibi freschi, precotti, surgelati da mettere in forno, prodotti da forno a microonde, surgelati; le possibilità sono molteplici e ancora tutte da esplorare!".
Per maggiori informazioni:
inKarta srl
Giuseppe Merloni
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