"Durante i primi periodi dopo la Brexit sembrava fossimo vicini alla fine del mondo. Sembrava quasi che il Regno Unito si fosse trasferito improvvisamente su Marte e anche le risposte più logiche sembravano assurde, in quel momento. A tutti i livelli, in ogni caso, è stata avvertita l'onda d'urto dell'uscita del Paese dall'Unione europea".
A dichiararlo è Gabriella Migliore (nella foto sotto), responsabile dell'help desk Brexit di ICE Londra, durante un webinar dedicato all'analisi degli effetti della Brexit sugli scambi internazionali, organizzato da ARcom formazione. Ad oggi, l'ICE Londra ha offerto assistenza gratuita a oltre 3.000 aziende italiane.
"Mi piace ricorrere all'immagine del sasso lanciato in uno stagno: l'impatto con l'acqua crea una serie di cerchi/onde che man mano perdono la loro forza. Questa è la Brexit - ha spiegato Migliore - Il sasso gettato nello stagno potrebbe identificare il referendum del 23 giugno 2016, in cui il 52% degli elettori britannici ha votato per lasciare l'Ue. Da lì in poi, si sono propagati una serie di 'cerchi', ossia degli eventi progressivi verso la fase finale di perfezionamento della Brexit. Sembrerebbe che, a distanza di circa tre anni dall'annuncio di Natale 2020, si sia arrivati a una situazione di chiarezza".
L'uso del condizionale, secondo Migliore, è d'obbligo, in quanto i requisiti e le scadenze originariamente previste hanno subito una serie di slittamenti, che bisogna considerare fisiologici. "Sono stati necessari finora dei tempi di adattamento. Le prossime scadenze da segnalare sono ad esempio: ottobre 2023, quando dovrebbero entrare in vigore in maniera definitiva gli obblighi relativi alle certificazioni; e il 1° gennaio 2024, quando sarà obbligatorio dichiarare l'importatore in etichetta per tutti i beni che riguardano il settore food".
"Gli operatori della logistica mi riportano che i grandi ritardi verificatesi all'indomani dell'uscita del Regno Unito dall'Ue sono rientrati, ma ora bisogna fare i conti con una dogana in entrata e una in uscita dal Paese - ha evidenziato Migliore - Per quanto si possa essere efficienti, spediti e corretti, esistono dei tempi fisiologici dettati dal fatto che un bene che una volta entrava senza difficoltà, ora non può più farlo. A questo proposito, il mio consiglio alle aziende è quello di presentare sempre una corretta documentazione. Il 'fai da te', specie se non si ha attitudine con l'export, non premia: non solo i beni vengono fermati, ma il rischio è di far lievitare i costi".
Nel frattempo, il Regno Unito prosegue la sua corsa in maniera autonoma: il Paese ha da poco firmato l'accordo per l'adesione al blocco commerciale del Partenariato Trans-Pacifico. E' il primo nuovo membro e la prima nazione europea ad aderire al blocco - che comprende Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam - dalla sua formazione nel 2018.
Per maggiori informazioni: www.ice.it/it/mercati/regno-unito/desk-assistenza-brexit-0