Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Frutta e verdura troppo cara

L’inflazione allenta la morsa, ma non per i beni di largo consumo

Si attenua per il quinto mese consecutivo la dinamica del carrello della spesa. L'inflazione a luglio scende ancora, segnando un +5,9% su base annua rispetto al +6,4% del mese precedente, ma per gli italiani fare la spesa continua a costare troppo, nonostante i prezzi dei beni alimentari siano comunque in attenuazione (da +10,5% a +10,2%).

In questa anomala estate, ad aumentare sono stati anche i prezzi di frutta e verdura, cresciuti dal 14 al 20%. Nei mercati rionali, le pesche sono arrivate a costare anche 9 euro, mentre le zucchine e i pomodori fino ai 6 euro/kg.

A tale riguardo, un produttore e commerciante di drupacee della Basilicata ci riferisce: "Sui bancali si continuano a leggere prezzi proibitivi. Ci sono pochi controlli e troppa speculazione. Gli articoli ortofrutticoli sono cari per le famiglie che li acquistano, ma non per chi li vende. Sto incontrando difficoltà a collocare le ultime partite di susine. Le quotazioni non superano i 0,50 €/kg, ma la stessa merce invece tocca i 2 €/kg nei mercati del sud Italia. Ho terminato le forniture di pesche qualche giorno fa: i prezzi medi all'origine sono stati di 0,65 €/kg, venduti poi lavorati all'ingrosso fino a 1,50 €/kg. Numeri ben distanti dai 7-9 euro al chilo praticati in alcune regioni del nord. Poi ci lamentiamo se i consumi rallentano e i mercati rionali risultano semivuoti".

I prezzi sono elevati anche per angurie e meloni. "In alcuni casi, i prezzi finali vengono raddoppiati o addirittura triplicati dagli operatori rispetto a quelli d'acquisto - commenta un imprenditore agricolo del Sud Italia - Al momento l'anguria nera seedless la vendiamo alle catene della Gdo italiane intorno ai 0,60-0,70. Per le mini angurie e quelle striate con semi, i prezzi si aggirano sui 0,40-0,50 €/kg. Per le angurie tradizionali invece si spuntano 0,40-0,50 €/kg. I prezzi di partenza per le mini angurie senza semi arrivano fino a 0,80 €/kg. Per i meloni retati, le quotazioni sono di 1,00 €/kg, mentre per i Piel De Sapo anche 0,90 €/kg".

Un dato positivo è che in Italia torna a salire il reddito reale pro-capite delle famiglie, cresciuto del 3,3% nel primo trimestre del 2023: sembra si tratti dell'aumento più marcato tra tutti i Paesi del G7.