La regione Campania costituisce un bacino pataticolo importante, legato a una certa storicità nella coltivazione. Nonostante questo, l'intera filiera non è mai riuscita a garantire il giusto valore per un prodotto che non ha nulla da invidiare a quello di altri areali italiani. Per cui l'unione napoletana Asso.na.pa (Associazione napoletana pataticoltori) ha fatto da capofila a questo virtuoso progetto che mira alla costituzione del marchio Igp per la patata napoletana, finanziandone lo studio di fattibilità.

"Asso.na.pa crede molto nella costituzione del marchio Indicazione geografica protetta per la patata napoletana, tanto da aver dato vita a un tavolo di lavoro e confronto tra gli operatori della filiera, con l'intento di creare, innanzitutto, un dialogo costruttivo e aggregazione, in modo da valorizzare le nostre produzioni su scala nazionale e internazionale. Stiamo lavorando per la costituzione del Comitato Promotore, che vedrà la sua nascita a settembre" fa sapere Castrese Cecere, presidente di Asso.na.pa, specializzata nelle patate da industria, con sede a San Vitaliano (Napoli).
"Sono entusiasta del fatto che il progetto di un marchio Igp abbia riscosso forte consenso da parte di tutta la filiera e degli operatori del settore – afferma - L'indicazione geografica protetta per la patata napoletana, più che riferirsi a una varietà specifica, vuole valorizzarne il territorio di provenienza".
Il riconoscimento Patata napoletana Igp andrebbe a riferirsi ai tuberi prodotti nella piana campana-napoletana, un areale molto vasto che include: la pianura napoletana, l'agro aversano, l'agro nocerino e il litorale domizio. Proprio in questa zona, la presenza del Vesuvio e dei Campi Flegrei, che hanno contribuito ai processi pedogenetici, rende il suolo molto fertile e ospitale per la coltivazione delle patate.
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"Non vi è dubbio che il riconoscimento del marchio Igp per la filiera potrà essere in grado di determinare un nuovo approccio alle dinamiche e alle strategie produttive e commerciali delle imprese dell'area, incentivando la coesione tra gli attori della filiera, come è accaduto in altre aree già insignite dei marchi di qualità DOP/IGP. E come è accaduto per altre patate italiane di pregio che, nell'ultimo decennio, hanno certificato, a livello europeo, le proprie denominazioni di qualità e tipicità". Sostiene Italo Santangelo
Dagli ultimi dati ISTAT (2022) emerge che, in Italia, la Campania è la regione con la maggiore superficie coltivata a patate, con oltre 9000 ettari e una produzione complessiva, tra patate comuni e precoci, di 280mila tonnellate, pari al 20% circa del totale nazionale. Sui complessivi 9000 ettari regionali, ben 8000 sono ubicati nella Pianura napoletana, zona per cui si sta appunto lavorando ad ottenere il riconoscimento della Patata napoletana Igp.
"Solo un marchio come l'Igp - dichiara in conclusione Italo Santangelo - può configurarsi come la scelta migliore per la promozione nazionale e internazionale della patata di qualità. Dal punto di vista della valorizzazione di un prodotto, esso, infatti, è l'unico strumento che può realmente tutelare e salvaguardare contro frodi o raggiri, in quanto legato a un sistema di certificazione che garantisce l'operatore della filiera e lo stesso consumatore".

