La commercializzazione di pesche e nettarine può riprendere a pieno regime, anche grazie all'apporto del Gruppo volontari genieri della Protezione civile di Varese, i quali si sono prodigati per la messa in opera del ponte Bailey. L'azienda Agricola Ridolfi di Gambellara (Ravenna) a metà maggio aveva subito gravi danni a causa dell'alluvione. "In particolare - sottolinea il titolare Mattia Ridolfi - era crollato il ponte che collega il nostro magazzino alla strada principale".
Il gruppo dei genieri (fonte foto Agricola Ridolfi su FB)
L'unica alternativa era il passaggio attraverso i poderi dei vicini, ma solo con mezzi di piccole e medie dimensioni e non certo con gli autotreni necessari per il trasporto dei quantitativi prodotti dall'Agricola Ridolfi. "Ma dopo quasi due mesi senza collegamento - sottolinea Ridolfi - grazie a questo gruppo di persone altamente qualificate, abbiamo di nuovo il passaggio. Sottolineo che abbiamo risolto la situazione di tasca nostra per salvare la produzione 2023, mentre da parte pubblica, fino ad ora, sono arrivate solamente pacche sulle spalle. Confidiamo che il Governo si adoperi per un veloce rimborso alle imprese colpite come la nostra".
Riguardo all'attuale situazione di mercato, Ridolfi sottolinea che "pesche e nettarine stanno registrando quotazioni discrete, specialmente per i calibri importanti. I frutti di grosse dimensioni e di buon sapore si vendono sempre più facilmente. Fra l'altro, la nostra produzione risulta di circa il 50% inferiore rispetto a un'annata normale a causa delle gelate primaverili e, in maniera minore, dall'alluvione. La PLV quindi, nonostante le attuali quotazioni al kg, non risulta soddisfacente, visto che le coperture assicurative sono inadeguate al sostentamento della redditività aziendale alle condizioni alle quali dobbiamo sottostare noi agricoltori".
Mattia Ridolfi
Ridolfi inoltre sottolinea che "lo scorso anno, il comparto peschicolo ha sofferto quotazioni ridicole, specialmente sul prodotto tardivo. Una delle cause di ciò, credo sia stata la mancata disponibilità dii parte della Gdo a limare i propri margini, andando anche a discapito del consumatore che tanto dice di voler tutelare. Credo debba fare un esame di coscienza perché, mentre a noi produttori sono stati pagati prezzi bassi, al consumatore il prodotto è stato venduto molto caro, spesso anche oltre i 3-4 euro, con un rincaro di oltre 10 volte rispetto a quanto liquidato a noi".
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