Devitalizzare funghi, nematodi e batteri, oltre che controllare le erbe infestanti nei fragoleti è possibile grazie alla tecnica semplice, economica ed ecologica della solarizzazione: essa consiste nella sanificazione del suolo tramite un film plastico da apporre sopra al telo pacciamante.
Solarizzazione fragoleto a Scanzano Jonico (Matera)
Giacinto Lupoli, titolare dell'azienda Finocchiaro Cristel e fragolicoltore della Basilicata, tra le regioni italiane con una radiazione solare annua tra le più elevate, ci spiega: "Utilizzo questo metodo da ormai quattro anni, ottenendo risultati soddisfacenti in tutti i miei 5,5 ettari. Come telo, sfrutto un film termoplastico dismesso, quindi non più idoneo per la copertura. Dopo aver estirpato le piante e pulito il luogo di coltivazione, si irriga il terreno pacciamato, per poi stendere al di sopra il film termoplastico utile per la solarizzazione. La serra viene completamente chiusa, comprese le aperture frontali, in modo da far aumentare maggiormente la temperature interna. Creandosi una notevole umidità, il telo superficiale tende ad attaccarsi con quello della pacciamatura".
Serra completamente chiusa
La tecnica della solarizzazione nella fragolicoltura, da effettuare esclusivamente in casi di ristoppio e tristoppio, non apporta benefici quantitativi alla produzione, ma risulta una valida alternativa alla fumigazione chimica, poiché beneficia dell'irraggiamento solare. "Il terreno, nei momenti più caldi, può raggiungere anche gli 80° C - riprende Lupoli - Il telo viene lasciato per quasi tutta l'estate. Personalmente, ripristino il campo nei primi giorni di settembre, per poi procedere con le operazioni di trapianto".
In Basilicata, i fragolicoltori che prendono in considerazione e adottano questa tecnica di sanificazione del terreno stanno gradualmente crescendo, anche per cercare di ridurre le spese di gestione e quindi l'impatto economico.