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Corilicoltura piemontese, sempre più attenta alla nutrizione del terreno

Quello delle nocciole è un settore dinamico e in costante crescita, attento all'innovazione e alle nuove tecniche. E' però necessario compiere un passo in più, affinando nuove strategie e chiedendo alla politica maggiore attenzione per una coltivazione che è sempre più sostenibile e con forti prospettive di ampliamento.

Se ne è parlato sabato 27 maggio, davanti a una platea di oltre quattrocento agricoltori ospitati al PalaExpo di Cherasco (con ulteriori 300 utenti collegati online), nel corso del convegno "Il nocciolo. Una corretta nutrizione in funzione di qualità e quantità", organizzato da Confagricoltura Cuneo, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor. Presenti in sala anche le delegazioni di agricoltori di Ungheria, Polonia, Croazia e Romania.

Claudio Bogetti (vicesindaco di Cherasco), Giorgio Maria Bergesio (senatore e vicepresidente della commissione alle attività produttive), Enrico Allasia (presidente di Confagricoltura Cuneo) e Alberto Cirio (presidente della Regione Piemonte) hanno portato i saluti alla nutrita platea

Valerio Cristofori del dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo ha parlato dell'ottimizzazione degli interventi di fertilizzazione del corileto, per una nutrizione sostenibile.


Valerio Cristofori del dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo

"La pratica della fertilizzazione si basa su varie informazioni, ma soprattutto deve soddisfare le esigenze nutrizionali della pianta del nocciolo, non soltanto declinando questo aspetto in ambito produttivo, ma anche favorendo la struttura dell'albero. In poche parole, nutrire la pianta non vuol dire solo produrre nocciole, ma mantenere una condizione di benessere alla pianta che progressivamente acquisirà resilienza" ha spiegato Cristofori. "Negli ultimi anni, i fertilizzanti hanno subito un'impennata di costi importante. Perciò è necessaria la migliore razionalizzazione possibile degli interventi, rispettando l'ambiente e armonizzandosi alle caratteristiche colturali e della pianta. Questo grazie anche a raffinati strumenti tecnologici, come ad esempio quello che permette una precisa mappatura del suolo".


Mappatura del suolo

Secondo Cristofori, grazie alle meticolose analisi fogliari e diagnostiche, è possibile inoltre monitorare con grande efficacia lo stato di benessere della pianta ed eventuali deficienze fisiologiche o carenze nutrizionali. E' stato presentato, infine, un nuovo modello di concimazione fogliare ed è stata evidenziata l’importanza del calcio nella nutrizione del nocciolo.

Claudio Ciavatta del dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna ha approfondito il tema della sostanza organica, come fulcro della fertilità del suolo. Ciavatta ha dichiarato: "Per decenni abbiamo avuto una concimazione strabica. Dagli anni Sessanta in poi si è guardato esclusivamente ai nutrienti e quasi nulla alla componente organica. Però dobbiamo ricordarci che il suolo è un sistema complesso e se si vuol dargli struttura, la componente organica è fondamentale. In un grammo di suolo c'è qualche milione di cellule batteriche e dieci miliardi di virus".


Claudio Ciavatta del dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna

"Per dirla in maniera diretta e forte, senza sostanza organica non c'è suolo. Quest'ultimo, per poter esprimere fertilità e per poter dare nutrienti anche ai noccioli, ha bisogno del suo combustile, ovvero la sostanza organica. E' come avere una bella auto senza carburante: non funzionerà", ha continuato Ciavatta. "Nelle piante arboree, il 30-40% della fotosintesi viene destinato al suolo".

Sergio Tombesi del dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha evidenziato come la gestione del suolo nel corileto debba porre l’attenzione anche al contrasto ai cambiamenti climatici ed essere a supporto delle strategie di fertilizzazione.


Sergio Tombesi del dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

"Il grande problema che affrontano tutti gli agricoltori è che ogni annata è diversa dalla successiva e quindi ogni anno bisogna riadattare la propria tecnica. Non è solo una questione di cambiamento climatico, ma anche in base alle diverse variabili meteo, come ad esempio la forte fluttuazione della piovosità, si possono sviluppare soluzioni a salvaguardia della pianta", ha dichiarato Tombesi. "Ciò che mi preme sottolineare sul cambiamento climatico è che si hanno meno eventi, ma molto più intensi. E' un qualcosa che non possiamo non considerare, in quanto molti noccioleti si trovano in zone declivi".

Parlando di corilicoltura sostenibile, di recente la Fondazione per la ricerca e sperimentazione Agrion ha inaugurato la nuova sede corilicola a Cravanzana, struttura volta ad affrontare le problematiche quali-quantitative della produzione delle nocciole.


Simone Bardella di Agrion

Simone Bardella di Agrion ha spiegato: "E' un lavoro che si inserisce nella direzione degli studi di Agrion che dal 2021, in collaborazione con l'Università di Torino - Disafa e Agroinnova - è impegnata nel progetto di ricerca Nocciola di Qualità. Tre ettari per la sperimentazione sul nocciolo per rispondere alle principali tematiche della corilicoltura, in primis cimice asiatica, discorso dell'avariato e cascola pre-raccolta. Inoltre si sta rispondendo alle domande poste dalla filiera, con prove in corso per valutazione impollinatori, varietà di nocciolo e cloni di Tonda Gentile, portainnesti non polloniferi, sub-irrigazione, sovescio con azione biofumigante e nematocida, prove di lotta biologica contro l'eriofide del nocciolo".

Bardella ha poi presentato le caratteristiche pedoclimatiche per la coltivazione del nocciolo, approfondendo in particolare il terreno, il clima e i limiti termici come il fabbisogno del freddo, le soglie critiche, la fecondazione e la massima estiva. Bardella ha inoltre approfondito l’impiego dei biostimolanti, le disposizioni regionali e il miglioramento quali-quantitativo delle diverse sperimentazioni ed esperienze di campo.


Il pubblico presente al convegno

A chiudere il convegno sono stati il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio e Gianluca Griseri, tra gli organizzatori del convegno, che hanno ringraziato la nutrita platea e ricordato l'importanza delle segnalazioni da parte degli associati, del servizio tecnico e dei relativi bollettini realizzati da Confagricoltura in collaborazione con Agrion.

Come consuetudine la giornata è proseguita con il "porte aperte" della ditta Chianchia, specializzata nella produzione di macchine per la raccolta, pulizia ed essicazione delle nocciole.