Tre ettari, fra pescheti e impianti di kaki, distrutti dalla recente alluvione. "E altre piante sono rimaste allagate per diversi giorni, perciò non so come reagiranno". Patrick Ricci è un frutticoltore di Cesena. 48 anni, e dopo questa batosta non sa come riprendersi.
"Se le aziende agricole non saranno aiutate, non so come potremo mai riprenderci. Io ho tre ettari di frutteto distrutto. Considerando che davanti vi erano ancora diversi anni produttivi, il danno complessivo è di svariate centinaia di migliaia di euro. Senza contare la perdita di terreno coltivabile".
Tre ettari persi, se si calcolano 30 tonnellate di pesche a ettaro a 70 centesimi al kg, sono oltre 60mila euro solo di mancato raccolto per quest'anno. Senza contare tutti gli anni rimanenti, almeno 8, di vita utile del frutteto. Per i kaki, non è chiaro come le piante reagiranno dopo diversi giorni con le radici nell'acqua.
Ricci ha un podere che in parte è ubicato vicino al fiume Savio. "A causa delle attuali politiche e scelte degli enti pubblici, sono 40 anni che nel fiume non viene effettuata la pulizia dagli alberi. E noi agricoltori non possiamo toccare nulla, altrimenti ci arriva pure una denuncia".
Nel punto di più basso del frutteto, le piante sono state invase da circa 5 metri d'acqua e la forza della corrente ne ha sradicate tantissime. Altre sono state piegate, rotte e ricoperte da detriti. Anche dove l'acqua si è fermata a mezza altezza, la frutta non è più vendibile perché ricoperta da fanghiglia.
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"Le varietà di pesco distrutte erano Sweet Dream e Royal Summer. I kaki invece erano sia Tipo che Rosso brillante", precisa Ricci.
"Il reddito 2023 parte quindi più che dimezzato, senza contare tutte le spese per cercare di sistemare la parte alluvionata. Ma da solo non potrò mai farcela: vi sono tonnellate di detriti che hanno invaso il podere".