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Enrico Amico, presidente Demeter Italia, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità:

"Non si può fare un'agricoltura sana, senza arricchire il patrimonio agricolo"

Come si legge sul sito web dell'ISPRA-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il termine biodiversità (traduzione dall’inglese biodiversity, a sua volta abbreviazione di biological diversity) è stato coniato nel 1988 dall'entomologo americano Edward O. Wilson. La biodiversità può essere definita come la ricchezza di vita sulla terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera.

Per commemorare l'adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica (CBD), avvenuta il 22 maggio 1992, le Nazioni Unite hanno proclamato per oggi la Giornata mondiale della biodiversità, allo scopo di aumentare la comprensione e la consapevolezza dei problemi legati a quest'ultima.

Ne abbiamo parlato con Enrico Amico (nella foto sotto), presidente di Demeter Italia, con riferimento all'agricoltura biodinamica.

"Per biodiversità, che è uno degli aspetti fondanti dell'agricoltura biodinamica, si intende la tutela sia delle specie viventi sul soprassuolo (la parte più superficiale del terreno, ndr) sia quelle del sottosuolo. Non si può fare un'agricoltura sana, senza un terreno sano e ricco di biodiversità".

"La biodiversità nel suolo viene incentivata attraverso una serie di pratiche che hanno lo scopo in primis di proteggerla e di intensificarla. Facciamo riferimento, ad esempio: al sovescio; al ridottissimo utilizzo della meccanizzazione, soprattutto per quanto concerne gli arnesi rotativi che distruggono la struttura del terreno; al divieto di solarizzazione (azione atta a provocare un forte calore al suolo, sfruttando il calore solare, per sterilizzarlo, ndr) che, nonostante sia una tecnica naturale, distrugge la biodiversità 'positiva' presente nel terreno. Questo in particolare differenzia l'agricoltura biodinamica dagli altri regimi di coltivazione", continua Amico.

Per quanto concerne il soprassuolo, il presidente di Demeter Italia sottolinea che per biodiversità si intende la protezione di diverse specie animali e vegetali, che vanno ad arricchire il patrimonio agricolo esistente. "In Germania, ad esempio, da diversi anni il consumatore preferisce che una determinata varietà, come il cavolo rapa, discenda da antiche cultivar e non da semi ibridi. A questo proposito, sono stati avviati diversi progetti per salvaguardarle".

Lo stesso sta avvenendo anche in Italia. Amico racconta: "Dopo otto anni di ricerca e miglioramento massale, è stata ottenuta una varietà di cavolo rapa libera, denominata Enrico, che è saporita, richiesta dal mercato e che si adatta alle condizioni pedoclimatiche nostrane".

Un'altra caratteristica peculiare dell'agricoltura biodinamica è l'obbligo di tutte le aziende di dedicare almeno il 10% della superficie aziendale alla biodiversità. "Per poter usufruire del marchio, un'azienda Demeter deve soddisfare questo standard, che si esplica in tanti modi: orto antico, frutteto di vecchie varietà, laghetti, aree incolte, siepi, tra le opzioni - continua Amico - Se in presenza di aziende serricole Demeter, la biodiversità passa dal 10 al 20%. Biodiversità vuol dire, infatti, anche cura e bellezza del paesaggio agricolo".

Infine, concludendo Amico sottolinea: "Con una buona comunicazione, il consumatore attento richiede i prodotti a marchio Demeter. Tutti gli sforzi e la passione nel salvaguardare la biodiversità vengono quindi ripagati anche a livello commerciale. Spinte dal mercato, le aziende sono molto più sensibili al cambiamento e a nuovi approcci e, come Associazione Demeter, abbiamo ricevuto, negli ultimi due anni, un boom di richieste da molti che vorrebbero fregiarsi del nostro marchio. Il mercato italiano è ancora poco ricettivo, ma ci stiamo lavorando".

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