Sta facendo molto discutere, sia nel mondo produttivo sia tra i consumatori, il nuovo regolamento sugli imballaggi proposto dall'Ue per limitare il crescente problema relativo ai rifiuti ormai riguardante tutti gli Stati membri. L'obiettivo è quello di ridurre entro il 2040 i rifiuti degli imballaggi pro capite di ogni Paese del 15% rispetto ai livelli del 2018.
Il nuovo regolamento, riferito alle confezioni aventi un peso inferiore a 1,5 kg, sembra vietare le buste di plastica monouso utilizzate per il confezionamento dell'insalata, ma anche i cestini per fragole e pomodori, oltre che la retina per trasportare gli agrumi. Tale decisione comunitaria, se confermata, potrebbe creare conseguenze negative sia per le industrie di packaging sia per le abitudini di consumo, in termini di praticità, di norme igienico-sanitarie, di aumento degli sprechi e di riduzione del consumo per alcuni articoli ortofrutticoli.
A tal riguardo, ci giunge il commento di Antonio Castelluccio, responsabile commerciale dell'azienda Pack System di Policoro (Matera): "Pur essendo la riduzione degli imballaggi un obiettivo da perseguire, va premesso che il problema è relativo non soltanto agli involti non riciclabili, ma al fatto che spesso gli imballaggi vengono dispersi nell'ambiente a causa soprattutto di comportamenti sbagliati. In ogni caso, possono esserci strade economicamente e ambientalmente più percorribili rispetto a quella che l'Ue pare aver intrapreso con questa ultima direttiva. Pensiamo ad esempio all'uso di imballaggi composti da materiali riciclati come l'R-PET o con ampie possibilità di riutilizzo e riciclo come gli imballaggi in cartone o ancora confezioni velocemente biodegradabili come quelle in PLA".
L'azienda ribadisce che il regolamento sugli imballaggi non è corretto per chi ha investito molti soldi sull'innovazione, acquistando macchinari all'avanguardia e rinnovando molte linee di lavorazione. "I cambiamenti che questa direttiva europea potrebbe causare sono di due tipi: da un lato la riduzione di domanda da parte delle imprese agricole quindi la flessione delle vendite per alcune tipologie di imballaggi, come quelli in plastica; dall'altro un conseguente aumento di domanda per quelli più ecosostenibili, come gli imballaggi in carta, in PLA o composti da plastica riciclata come l'R-PET", riprende Castelluccio.
E conclude: "Ben vengano quindi le scelte per motivi ambientali, ma occorre anche valutare gli impatti in termini economici che regolamenti come quello oggetto di discussioni andrebbero a causare. Bisogna valutarli nella loro interezza e possibilmente da parte di chi è del mestiere".