Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
A colloquio con Giuseppe Parrella, fitovirologo dell'IPSP- CNR di Portici

Cucurbitacee: nuove virosi emergenti e associate, una sfida futura da vincere

"E' uno degli effetti dei cambiamenti climatici e del mercato globale: il ritrovamento in campo di nuovi virus, che compaiono spesso in infezioni miste. Purtroppo le sfide del futuro, per l'agricoltura, consistono proprio nel saper difendere coltivazioni e prodotti anche da queste fitopatie". E' quanto sostiene Giuseppe Parrella, fitovirologo dell'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP- CNR) di Portici, impegnato, insieme al suo gruppo di ricerca, composto dalle dott.sse Troiano Elisa e Mignano Anna, nel monitoraggio delle virosi emergenti su cucurbitacee e solanacee in Campania, per portare in campo una serie di interventi atti a limitarne la diffusione.

E' proprio nell'ambito del progetto Urcofi (Unità di coordinamento e potenziamento delle attività di sorveglianza, ricerca, sperimentazione, monitoraggio e formazione in campo fitosanitario) in collaborazione con il CREA, il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, e insieme al servizio Fitosanitario della Regione Campania, che il fitovirologo e il suo gruppo di ricerca hanno compiuto nuovi ritrovamenti di virus su cucurbitacee in Campania.

Giallumi causati da questi nuovi virus emergenti (in particolare si tratta di CABYV/PABYV)

"Il monitoraggio del virus ToLCNDV (Tomato leaf curl New Delhi virus; famiglia Geminiviridae, genere Begomovirus) su zucchino nel territorio campano è iniziato nel mese di luglio 2016, quando sono stati rinvenuti i primi campioni infetti - spiega Parrella - Nell'accertare appunto la presenza del virus trasmesso dalla moschetta bianca (Bemisia tabaci) abbiamo trovato altri virus mai rinvenuti prima e spesso associati al New Delhi. Parliamo del CABYV (Cucurbit aphid-borne yellows virus) e del PABYV (Pepo aphid-borne yellows virus), due Polerovirus che attaccano le cucurbitacee, e vengono trasmessi con modalità semipersistente da diverse specie afidiche. I Polerovirus costituiscono un gruppo di virus emergenti non solo in Italia ma anche in altri paesi del bacino del Mediterraneo, come ad esempio Turchia e Grecia. Mentre il CABYV è presente già da qualche anno in Campania, il PABYV è stato identificato solo di recente (2020) e sembra avere al momento un'incidenza non molto elevata in campo".

"Ciò che ci preoccupa - dice Parrella - è che questo gruppo di virus sono estremamente plastici, per cui riescono ad adattarsi velocemente a nuovi ospiti e a compiere il salto di vettore. La probabilità che in un prossimo futuro possa essere implicata anche la Bemisia tabaci nella trasmissione è notevole: infatti è già stato dimostrato che in Brasile è avvenuto il salto di vettore".

Segni di riconoscimento
"Per quanto riguarda la sintomatologia indotta da questi virus - sostiene il fitovirologo - è aspecifica, perché si tratta di virus che inducono giallumi, spesso confusi con carenze nutrizionali, per cui è impossibile eseguire una diagnosi visiva: bisogna provvedere ad un accertamento molecolare in laboratorio. Si tratta di virus che non debellano la pianta, cosa per cui hanno maggiore probabilità di mantenere la fonte di inoculo in campo, garantendo un'ampia diffusione spazio-temporale. Non si tratta quindi di virus molto aggressivi, ma molto incidenti in campo, e capaci comunque di far deperire la qualità del frutto. E' necessario dunque prevenire le virosi per contrastare la loro insorgenza, proteggendo le piante, quando è possibile, con barriere per evitare il contatto con il vettore e limitare il danno. Nello stesso tempo è fondamentale utilizzare materiale sano, certificato esente da virus, facendo riferimento soprattutto ai semi, considerando che il seme infetto rappresenta, oggi più che mai, una delle principali vie di diffusione di alcune virosi emergenti".

Altra possibilità è data dal miglioramento genetico, da effettuare soprattutto in modo interdisciplinare tra virologi e genetisti, contribuendo ognuno con le proprie competenze.

Giuseppe Parrella conclude dicendo: "Riassumendo, la situazione attuale è questa: il New Delhi è presente in Campania dal 2016; tra il 2019 e il 2020 è emerso anche il CABYV e un anno fa abbiamo trovato anche il PABYV in infezione mista con il New Delhi su zucchino, confermando un primo sospetto rinvenimento del 2019. Inoltre, proprio di recente, abbiamo accertato anche la presenza di un altro virus, il CCYV (Cucurbit chlorotic yellows virus, genere Crinivirus) su melone, in infezione mista con New Delhi e CABYV, trasmesso da Bemisia tabaci. Anche questa fitopatia genera giallumi molto intensi, in particolare su cetriolo, melone e anguria".