Francesco Mattina (in foto), presidente del CPVO (Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali), sarà ospite del Master in Food Law presso la LUISS, oggi 14 aprile.
L'evento si svolgerà a Roma nei locali del CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, organizzato congiuntamente dalla LUISS e dal CREA. Il seminario prenderà il via con i saluti iniziali del direttore generale del CREA, dott. Stefano Vaccari e la dott.ssa Daniela Corona, Coordinatore Accademico del Master in Food Law.
L'intervento del presidente del CPVO, Francesco Mattina, verterà su: "Il ruolo della selezione vegetale per rafforzare gli strumenti degli agricoltori verso una catena alimentare più sostenibile: come il sistema comunitario di Varietà Vegetale Comunitaria incentiva l'innovazione vegetale".
Tra le varie politiche chiave dell'Unione europea, gli obiettivi del Green Deal e il piano d'azione sulla proprietà intellettuale testimoniano l'importanza dello sviluppo e della protezione di nuove varietà vegetali per la società europea.
Cittadino italiano, Francesco Mattina è specializzato in diritto dell'Unione europea e in diritto della proprietà intellettuale, ed è entrato a far parte del CPVO nel 2013 dopo aver maturato esperienze internazionali.
L'Ufficio comunitario delle varietà vegetali (CPVO) è un'agenzia dell'Unione europea responsabile del sistema di protezione dei diritti di proprietà intellettuale sulle nuove varietà vegetali in ambito agricolo, orticolo, ornamentale e frutticolo.
Grazie a questo sistema, da un recente studio congiunto condotto dal CPVO e EUIPO ('Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale), emerge come le aziende che proteggono le loro innovazioni registrando le privative per ritrovati vegetali impiegano più di 70 000 lavoratori e generano un fatturato di oltre 35 miliardi di euro.
Le emissioni annuali di gas a effetto serra derivanti dall'agricoltura e dall'orticoltura sono ridotte di 62 milioni di tonnellate all'anno. Ciò corrisponde all'impronta totale in termini di gas serra di Ungheria, Irlanda o Portogallo.
Inoltre, l'uso di acqua nell'agricoltura e nell'orticoltura si riduce di oltre 14 miliardi di metri cubi, una quantità equivalente a un terzo del volume del Lago di Costanza.