Il riconoscimento del marchio di Indicazione geografica protetta-Igp all'asparago napoletano è l'obiettivo comune cui stanno lavorando molti imprenditori locali del settore, soprattutto in provincia di Napoli. Fare massa critica per valorizzare l'intera filiera è l'intento comune, che ha spinto i vari imprenditori a fare sistema e a lavorare, affinché si ottenga questo importante marchio a tutela del nostro asparago, coltivato sia sotto serra sia in pieno campo.
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"Il nostro intento - spiega Nicola Laezza (in foto), amministratore della Soc. Coop. Natura Sana di Acerra (Napoli) - è quello di valorizzare ancora di più un prodotto che è già un'eccellenza, con caratteristiche organolettiche uniche derivanti dall'ambiente di coltivazione, caratterizzato da ideali condizioni pedoclimatiche dovute alla presenza del Vesuvio e al clima dolce e mite. Ma, oltre a questo, il marchio Igp significherebbe poter offrire ai retailer un prodotto a più alto pregio. E' già stato costituito il comitato promotore, ma siamo solo all'inizio del percorso".
Con una produzione estesa su oltre mille ettari e con un volume di oltre 10mila tonnellate, la coltivazione dell'asparago in Campania è da sempre stata concentrata in terreni pianeggianti, in particolare nelle zone che comprendono la pianura metropolitana napoletana, quasi per intero, e l'agro aversano e maddalonese. Un areale continuo e omogeneo che, storicamente, costituisce quasi l'unico polo dell'asparagicoltura meridionale. Piccoli insediamenti, poco significativi, ci sono stati, negli anni scorsi, anche in provincia di Avellino e in Piana del Sele (Salerno).
"L'entusiasmo c'è ed è molto - afferma Giuseppe Laezza, dell'omonima azienda agricola di Acerra (Napoli) - e ci stiamo impegnando per il raggiungimento del nostro obiettivo".
A Giuseppe Laezza (qui accanto in foto) è stato chiesto un commento sulla campagna in corso. L'imprenditore ha risposto dicendo: "Quest'anno la campagna dell'asparago napoletano coltivato sotto serra è partita a febbraio, con qualche giorno d'anticipo rispetto allo scorso anno. Allo stato attuale, la raccolta del prodotto sotto serra procede regolarmente, seppure per pochi altri giorni ancora, mentre al contempo è cominciata la raccolta dell'asparago di pieno campo, con volumi per ora esigui. La richiesta di asparago a livello generale appare elevata, se correlata alla limitata disponibilità di prodotto, e i prezzi sono sostenuti: registriamo un incremento di circa il 20% rispetto allo scorso anno. Volendo parlare delle principali difficoltà che hanno attanagliato il settore, sicuramente in primis abbiamo dovuto far fronte a costi di produzione, trasporto e imballaggi in aumento di circa il 30% rispetto allo scorso anno e alla carenza di manodopera sia italiana sia straniera. Questo è un fattore preoccupante sia per la nostra filiera che per l'agricoltura in generale".