"Una buona annata, questa stagione 2022/23, per la melanzana siciliana". A definirla così è Gino Vitale, dell'azienda CVF di Comiso (RG), che però non manca di segnalare qualche problema derivante dal rialzo del costo del denaro.
Gino (Biagio) Vitale
La melanzana tonda è la tipologia in cui la CVF è altamente specializzata. L'azienda è infatti riconosciuta dalla GDO Italiana ed estera da diversi anni ormai, come un punto di riferimento per questa referenza. Gino Vitale fa il punto sulla stagione agraria e commerciale.
"Abbiamo iniziato le prime raccolte della melanzana tonda nel mese di ottobre 2022 - ha esordito Vitale - con prezzi in linea per il periodo, attorno a 80 centesimi di euro alla produzione. A novembre c'è stata una lieve risalita, che è diventata più sostanziosa a dicembre con un prezzo medio di 1,50 euro al kg. A gennaio, poi, ancora una flessione per poi crescere a febbraio a 2,00 euro al kg. Il mese di marzo , invece, ha visto una media di 0,85 euro al kg. I nostri prodotti sono molto ricercati dalla filiera, perché adottiamo metodi di coltivazione sostenibili, facendo sistematico ricorso agli insetti utili, tanto per fare un esempio. Altro elemento estremamente qualificante è che i nostri prodotti sono vicini al residuo zero, dunque molto al di sotto delle richieste della GDO e, di conseguenza, ovviamente, moltissimo al di sotto dei limiti imposti dalla legge italiana, tra le più restrittive al mondo".
Se produzione e commercializzazione hanno avuto fin qui un'evoluzione soddisfacente, non può dirsi altrettanto per le spese che le aziende si ritrovano a dover sostenere.
Esterna del magazzino dell'azienda CVF
"Chi fa il nostro mestiere sa bene quali evoluzioni hanno avuto i prezzi dei materiali in campagna, specialmente in alcuni momenti del 2022, con tanto di speculazioni a tutti i livelli - ha stigmatizzato l'esperto - incluso nel settore dell'energia. Alcune di queste voci di spesa si sono calmierate, altre meno. Noi, comunque, siamo andati avanti senza esitazione per fare fronte agli impegni con i nostri partner. Adesso, però, si affaccia una nuova minaccia, quella dell'inflazione che ha costretto le banche centrali ad un repentino rialzo del costo del denaro. Il crack di due istituti bancari negli Stati Uniti e in Svizzera non ha avuto, fin qui, alcuna influenza sul sistema bancario europeo, perché quest'ultimo è molto solido. Dobbiamo però fare i conti con tassi d'interesse sui mutui (chirografari e ipotecari) a medio e lungo termine che sono lievitati di oltre tre punti base. L'aumento del costo del denaro rende il credito bancario meno accessibile per quelle aziende che ne fanno uso anche per la gestione corrente, come per esempio per l'acquisto delle scorte di magazzino: concimi, fitofarmaci, packaging, plastica, materiali d'irrigazione etc. ma anche per gli investimenti fondamentali e necessari a far crescere le nostre aziende".
"Come detto, fin qui il sistema bancario europeo si è dimostrato solido - ha concluso Gino Vitale - La speranza, alla luce della situazione già grave, è che nessuna banca europea o, peggio, italiana, venga coinvolta nei fallimenti degli istituti esteri, perché significherebbe dover incassare un colpo funesto per il nostro comparto".
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