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La pitaya marocchina alla ricerca di spazio sul mercato internazionale

Il produttore marocchino Sweet Pitaya è stato tra i pionieri nella coltivazione di nuovi frutti esotici in Marocco, compreso il suo prodotto di punta, la pitaya (o frutto del drago), che ha introdotto nel 2010, secondo il suo fondatore Omar Lahlou.

Lahlou ha dichiarato: "Considerando che il clima subtropicale della regione di Azemmour è favorevole alla produzione di diversi frutti esotici e che il mercato di questi frutti è ancora vergine in Marocco, e data anche la vicinanza di tale Paese al mercato europeo, abbiamo colto questa opportunità di sviluppo per questo segmento di prodotti di alta qualità, nutrienti e salutari".

"Abbiamo selezionato varietà che si adattano al clima e al suolo marocchino e che sono anche caratterizzate da un aspetto eccezionale, come le varietà Ruby, Orion, Golden e Amazonas. Abbiamo compiuto notevoli sforzi nell'ibridazione di queste varietà, sia in termini di tecniche di produzione che di esigenze del mercato e di formazione della manodopera. Continueremo così a produrre la tipica pitaya marocchina", aggiunge Lahlou.

Il percorso del produttore è stato disseminato di sfide, in particolare quelle riguardanti le condizioni climatiche sfavorevoli che il Marocco ha dovuto affrontare. "Ci siamo trovati di fronte al problema degli sbalzi di temperatura che hanno ritardato il nostro processo produttivo. Ma abbiamo ancora prospettive di crescita. Abbiamo già raggiunto una clientela diversificata sul mercato locale, in Europa e negli Stati Uniti, e stiamo costantemente progredendo per raggiungere i nostri obiettivi di qualità e un volume di 800 tonnellate all'anno, in un orizzonte di 3-4 anni".

Lahlou punta su un mercato interno vergine: "I consumatori marocchini amano la pitaya, per il loro valore nutritivo e il gusto, e anche perché è una novità nel Paese. Questo gap sul mercato deve ancora essere colmato, e l'industria della pitaya rimane solida e ha un grande potenziale".

"Anche il mercato europeo è interessato all'importazione di pitaya dal Marocco", aggiunge Lahlou. L'Europa è geograficamente distante dai luoghi di produzione massiva in Asia, soprattutto perché la pitaya è un frutto molto delicato e deperibile. "Procurarsi questi frutti dal Marocco consentirà al mercato europeo di ottenere un prodotto freschissimo, a costi di trasporto inferiori".

Ma l'argomento più convincente per l'acquisto di pitaya marocchina, secondo Lahlou, è che "produciamo in finestre temporali in cui il Vietnam e la Thailandia sono alla fine della loro stagione, e questo ci consente di rifornire il mercato nei periodi di carenza di questi frutti sul mercato".

Lahlou conclude: "Non puntiamo a competere ad esempio con il Vietnam e la Thailandia, forniamo prodotti diversi, varietà ibride in una stagione diversa, e il nostro obiettivo è sviluppare una pitaya marocchina vicina ai mercati e adatta alle loro esigenze. E il mercato ci sta dando ragione".

Per maggiori informazioni:
Omar Lahlou
Frutenza Sweet Pitaya Morocco
+212 664-716976 
omar.lahlou@sweetpitaya.ma
www.frutenza.ma