"In coltivazione può capitare che batteri patogeni possano penetrare nella pianta e trasferire materiale genetico ad esempio alle radici. E' il caso delle specie patogene Agrobacterium spp. (recentemente assegnate al genere Rhizobium) che generano malattie come il crazy roots disease o le galle del colletto, che si evidenziano con uno sviluppo abnorme di radici" (vedi figura 1). A dirlo è Andrea Rigo, agronomo di Intracare, il quale aggiunge: "Ciò avviene a spese della pianta e va a scapito della produzione, rendendo inoltre le piante molto più sensibili agli attacchi di Pythium spp. L'infezione da Agrobacterium è irreversibile perché il DNA della pianta ne viene irrimediabilmente alterato".
Fig.1 – Proliferazioni radicali dovute agli effetti di Agrobacterium radiobacter.
La fonte primaria di infezione da Agrobacterium ssp. non è ancora stata stabilita, è possibile che la prima infezione provenga dal materiale di moltiplicazione ed è certo la reinfezione avvenga tramite ferite a livello radicale, zone di taglio/stacco. Attrezzature, utensili, insetti, operatori e acqua di irrigazione sono i vettori attraverso i quali diffonde la contaminazione in ambiente serra.
"L'Agrobacterium - spiega ancora Rigo - è tra i batteri che, una volta presente in acqua, ha la maggiore capacità di produrre biofilm. I batteri aderiscono a residui di materiale organico o inorganico e producono una mucillagine all'interno della quale si riparano e riescono a sopravvivere. Lo sviluppo batterico e la produzione di biofilm comportano: intasamento delle tubature, alterazione del pH dell'acqua, consumo di nutrienti, ma il danno maggiore è da infezione della pianta. Una coltivazione razionale che prevenga lo sviluppo delle batteriosi non può prescindere dalla verifica analitica dell'acqua irrigua, che deve essere ripetuta costantemente nel tempo per escludere variazioni di parametri che talvolta possono comportare effetti negativi sulla coltivazione. Per ridurre i rischi, sarebbe auspicabile un controllo costante delle colonie tramite analisi di laboratorio, verificando la presenza di coliformi e streptococchi, principali indicatori di contaminazione microbiologica, via via più presenti nelle acque di falda a causa del deficit idrico costante. Il parametro colonie a 22°C indica il numero totale dei batteri presenti nell'acqua, valori superiori a 10.000 UFC/mL, ad esempio, possono indicare un rischio di occlusione degli ugelli (tabella 1). E' difficile tuttavia monitorare in continuo questi parametri nel corso della stagione e la scelta di richiedere analisi di laboratorio è il risultato di un compromesso tra la necessità di raccogliere più informazioni possibili e il costo analisi".
Tab.1 - L'acqua irrigua: campionamento, analisi chimico-fisiche e interpretazione dei risultati (Fonte: Quaderni Arsia 5/2004) (clicca qui per ingrandire)
"Un ausilio molto importante in questa direzione - prosegue l'esperto - è fornito dalla misurazione dei livelli di adenosina trifosfato (ATP) nell'acqua irrigua. Si tratta di un'analisi effettuabile in loco per il controllo della qualità microbiologica dell'acqua, i cui risultati sono molto attendibili. Il metodo di analisi è semplice e misura l'inquinamento organico, il principio è il seguente: l'ATP è un importante vettore di energia chimica nelle cellule viventi, la quantificazione del livello di ATP quindi fornisce un'indicazione del numero di organismi viventi in un campione. Le misurazioni dell'ATP sono ampiamente conosciute nell'industria alimentare per il controllo della qualità dell'acqua ed sono applicabili anche nelle serre. Esiste una correlazione tra i valori di ATP (misurabili in gradi RLU) e la conta microbiologica totale (UFC/mL), che identifica i 500-1000 RLU come valore limite che equivale ai 10.000 UFC/mL indice di rischio contaminazione e/o occlusione" ( vedi figura 2).

Fig.2 - Correlazione tra i livelli di ATP (RLU) misurati in loco e la conta microbiologica totale (UFC/ml) determinata successivamente nei campioni di acqua prelevati dalle linee di irrigazione prima della pulizia.
Intracare Italy offre gratuitamente ai propri clienti il servizio di misurazione e monitoraggio della qualità micorbiologica dell'acqua, con l'ausilio di dispositivo Intra Quick Scan (figura 3). Il servizio è fornito dai tecnici Intracare a supporto delle operazioni di pulizia e sanificazione delle strutture delle serre e degli impianti di irrigazione. Per questi ultimi in particolare si evidenzia, attraverso le letture dei valori di ATP svolte durante il ciclo nei diversi punti di impianto, come sia possibile raggiungere le zone più distanti delle tubature ed avere un effetto a lungo termine sull'abbattimento della carica microbica con l'eliminazione definitiva del biofilm, anche a coltivazione in atto.
Fig.3 – Intra Quick Scan di Intracare per la misurazione in loco della qualità microbiologica dell'acqua negli impianti di irrigazione.
"Ciò è possibile grazie all'utilizzo di uno speciale perossido di idrogeno stabilizzato con argento come Intra Hydropure - conclude Rigo - che rappresenta una soluzione efficace e applicata secondo specifici criteri di analisi. L'applicazione di Hydropure prevede anzitutto l'analisi da parte dei tecnici Intracare del problema del cliente e delle caratteristiche di impianto, alla quale seguono le misurazioni dei valori di ATP e infine una proposta di intervento sito specifica. L'utilizzo di Hydropure è semplice, non prevede l'ausilio di macchine costose, ma necessita solo di una pompa a impulsi per il dosaggio nel punto e nelle modalità stabiliti. I risultati del lavoro potranno essere misurati in continuo dai tecnici sulle linee durante il ciclo di coltivazione" (vedi qui sopra la figura 4**).
Descrizione Fig.4**: Misurazione in continuo dei parametri di qualità microbiologica dell'acqua di irrigazione con Intra Quick Scan.
Per maggiori informazioni: ![]()
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Andrea Rigo
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