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Frutticoltori emiliani esasperati: oltre cento a un convegno

"O si cambia, o si chiude"

Hanno partecipato in più di cento agricoltori all'incontro tenutosi la scorsa settimana a San Prospero (Modena), per parlare della grave situazione che il sistema ortofrutticolo sta attraversando. A promuoverlo, il COPOI, Coordinamento Produttori Ortofrutticoli Italiano.

"O si fa qualcosa di concreto subito, o noi agricoltori saremo costretti a chiudere per bancarotta - afferma Paolo Stevanin, uno dei promotori - specialmente dopo un'annata simile. All'incontro del 24 febbraio abbiamo chiesto una cosa chiara, alla quale ormai non si può più rinunciare: un prezzo minimo, deciso da noi produttori. Perché chiunque produca e venda qualcosa decide il proprio prezzo, mentre noi frutticoltori siamo gli unici a sapere quanto otterremo al kg soltanto dopo mesi e mesi? Come si può sopravvivere così?".

Secondo gli intervenuti, la tabella dei costi di produzione che Ismea sta redigendo dovrebbe costituire la base sulla quale negoziare, in modo che non si scenda mai al di sotto di quelli. "E che si abbia una marginalità per sopravvivere e fare investimenti - ribadisce l'agricoltore - Io ho cambiato l'ultimo trattore 21 anni fa: sarebbe ora di rinnovarlo, ma ce li ha i soldi?".

Da sinistra: Rosa Silvana Abate, Marco Dallera, Willer Malavasi, Simona Caselli, Paolo Stevanin e Gianpietro Magliari

Erano presenti, oltre ai produttori emiliani, anche rappresentanze di produttori di pere di Ferrara e basso Veneto. "Guardo con stupore gli spot televisivi sulla pera dell'Emilia Romagna - precisa Stevanin - con milioni di euro spesi per pubblicizzare qualcosa che non abbiamo e qualcosa che, a causa di cimici, malattie e mancanza di principi attivi per la conservazione, è pure di qualità altalenante. Insomma, si trovano i soldi per tutti, esclusi noi agricoltori".