In generale, la campagna degli agrumi biologici è stata caratterizzata da un calo dei volumi soprattutto nella seconda parte, iniziata a gennaio. Questo è stato evidente più con i mandarini che con le arance. "Ad aprile dello scorso anno, durante il periodo di fioritura, abbiamo avuto il 75% dei giorni di pioggia. Successivamente, da giugno in poi, le temperature si sono alzate troppo e hanno causato una maggiore cascola dei frutti", ha dichiarato Manuel Peris, direttore commerciale della Agribio Terra Organic.
"A questo bisogna aggiungere l'aumento dei costi, sia in campo che in magazzino, che ha raggiunto livelli molto più alti rispetto alla stagione precedente. Anche il prezzo della frutta è salito leggermente, a seconda del prodotto e del formato, ma non abbastanza da compensare gli extra costi", ha affermato Peris.
Pertanto, la situazione economica globale sta registrando un rallentamento del consumo di agrumi biologici. "I prezzi di questi prodotti tendono ad essere più alti rispetto agli agrumi convenzionali. Dato il ridotto potere d'acquisto in Europa, causato dall'inflazione, il consumo è rallentato fino anche a diminuire. Questa è la prima stagione in cui le nostre vendite in Francia e Germania, i nostri mercati più importanti, sono stagnanti".
La Agribio Terra Organic vende i suoi agrumi in Europa, principalmente in Francia e Germania che insieme rappresentano il 50% del suo mercato biologico. Le altre destinazioni, anche se minori, riguardano i Paesi nordici, il Benelux, la Svizzera e l'Austria. "Cerchiamo di diversificare il più possibile per posizionarci meglio e non dipendere molto dalle fluttuazioni del mercato", ha affermato Peris.
Crescita esponenziale della superficie coltivata ad agrumi biologici in Spagna
Nell'ultimo decennio, la superficie di agrumi biologici è cresciuta esponenzialmente in Spagna, in particolare quella dei limoni, considerato che il 20% degli ettari è dedicato ai limoni biologici. Per quanto riguarda le arance e i mandarini, la produzione biologica rappresenta tra il 4 e il 6% del totale. Così, dei 24.000 ettari dedicati agli agrumi biologici, compresi quelli certificati e quelli in conversione, il 43% sono limoni, il 38% arance e il 16% mandarini e clementine."La superficie dedicata a mandarini e arance tenderà ad aumentare nei prossimi anni perché ci sono molti lotti registrati o in fase di conversione che diventeranno gradualmente produttivi".
L'Italia rimane il principale produttore di agrumi biologici, con una superficie che da anni è stabile intorno ai 27.000 ettari. Nel frattempo, la Grecia coltiva circa 2.000 ettari e produce circa 30.000 tonnellate. "Questi due Paesi europei sono stagnanti in termini di superficie e crescita produttiva. L'Italia ha avuto il suo periodo di massimo splendore dalla fine degli anni '90 fino all'inizio degli anni 2000, mentre la Spagna ha iniziato a mostrare un forte impegno negli agrumi biologici solo dal 2010, registrando la crescita maggiore nel 2020", ha riferito Manuel Peris.
In un Paese terzo come l'Egitto, la produzione biologica riguarda un’area di coltivazione di 1.300 ettari, rimasta pressoché stabile per anni, sebbene le esportazioni siano aumentate in modo significativo. Il Marocco, con circa 4.000 ettari, registra le maggiori variazioni nella produzione, a causa del clima, secondo il direttore commerciale della Agribio. "Se è vero che sono in grado di competere con le produzioni europee in termini di prezzo, va notato che Spagna e Italia insieme rappresentano l'85% della superficie agrumicola biologica dell'intero bacino del Mediterraneo. A differenza di quanto accade con gli agrumi convenzionali, con i quali continuano a guadagnare posizioni".
"Il nostro principale vantaggio competitivo è che, rispetto ad altre origini, abbiamo un programma di produzione più lungo nell'emisfero boreale e una fornitura stabile con una maggiore vicinanza al consumatore europeo", ha affermato Manuel Peris. "Inoltre, andiamo oltre gli standard europei di certificazione biologica, scommettendo sull'agricoltura rigenerativa certificata da Bureau Veritas, come quella con il sigillo Growing for Life che si basa sull'ottimizzazione degli ecosistemi, la gestione biologica delle colture, l'intelligenza collettiva e l'efficienza tecnico-economica, perché deve essere anche redditizia per il coltivatore. Un'altra iniziativa per ridurre al minimo il nostro impatto ambientale è il progetto europeo Climact, con cui riusciamo a ridurre e compensare la nostra impronta di carbonio, puntando a limoni biologici carbon neutral al 100%".
"La sfida principale per il settore è raggiungere una quota del 25% di produzione e consumo di agrumi biologici in Europa"
Secondo Manuel Peris, nonostante l'attuale situazione politico-economica, una volta raggiunta la stabilità del mercato, la previsione a lungo termine è la crescita sia della produzione che dei consumi. In Paesi come Danimarca, Austria e Svizzera, la quota di mercato dei prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali è del 15%, mentre in altri Paesi, come Germania e Francia, si attesta al 7%. I consumatori tendono sempre a scegliere prodotti più sostenibili, in situazione di benessere e quando il potere d'acquisto è più elevato. Ciò è stato dimostrato dopo ogni crisi economica degli ultimi 20 anni".
Nel quadro dell'Agenda 2030, l'Ue punta a raggiungere una quota del 25% del totale di superficie coltivata e consumo di prodotti biologici. "Per raggiungere questo target, i governi degli Stati membri devono essere coinvolti e attuare politiche attive, che contribuiscano a incrementare la domanda. La promozione degli agrumi biologici nel settore Horeca, nei centri educativi e sanitari indurrà il consumatore a cercare sempre più questi prodotti nei supermercati e nei negozi di frutta e verdura".
"La sfida per il settore biologico è quella di raggiungere una quota del 25% di produzione e consumo. Con i limoni ci avviciniamo a questo obiettivo, mentre c'è ancora molta strada da fare con arance e mandarini, la cui produzione è più difficile per quanto riguarda la gestione di parassiti e malattie. Alla Agribio vogliamo raggiungere questa quota di produzione e consumo, continuando anche a diversificare i nostri mercati e offrendo sempre prodotti che contribuiscono a un pianeta più sostenibile per tutti", ha concluso Manuel Peris.
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Manuel Peris
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C/ 12, n.º 54 CP 46220 Picassent, Valencia. Spagna
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