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Schifani: "Assicuro che il nostro impegno non mancherà. In settimana dichiareremo lo stato di crisi".

Nubifragio in Sicilia, tra l'8 e il 9 febbraio: molte le aziende devastate

Il pesante nubifragio di tipologia "medicane" (uragano mediterraneo) abbattutosi nei giorni dell'8 e 9 febbraio scorsi non ha dato scampo a moltissime aziende agricole in Sicilia. Da Siracusa ad Agrigento, passando per Caltanissetta, la fascia costiera e orientale dell'isola ha risentito, a macchia di leopardo, di danni anche importantissimi. A nulla sono serviti gli appelli degli anni passati, affinché il territorio fosse reso più stabile, meno vulnerabile o più semplicemente venisse manutenuto correttamente.

Ogni richiesta è caduta nel vuoto; nessuno o pochi gli interventi, con il risultato che è sempre lo stesso a ogni maltempo: canali e torrenti hanno esondato per l'ennesima volta. Laghi immensi si sono formati negli agrumeti della zona di Siracusa, con conseguente perdita degli investimenti e delle produzioni.

Ne abbiamo parlato, come ogni qualvolta si verificano eventi estremi, con Corrado Vigo, agronomo di lungo corso con alle spalle una lunga serie di incarichi in seno all'Ordine degli Agronomi.

"Siamo alle solite - ha detto il professionista - Nessuna manutenzione nei corsi d'acqua della Sicilia orientale ed ecco che, alle prime piogge importanti, si ripete il disastro nelle campagne. Anni ed anni di malgoverno dei corsi d'acqua, che possiamo ripercorrere andando a ritroso fino ai giorni nostri". 

• 12 novembre 1984;
• 15 e 20 gennaio 1985;
• 16 marzo 1987;
• 20 dicembre 1990;
• 21 novembre 1993;
• 27 dicembre 1995;
• 12 gennaio 1996;
• 18 febbraio 1996;
• 25 gennaio 2002;
• 17 e 19 settembre 2003;
• 14 dicembre 2005;
• 16 gennaio 2007;
• 23 gennaio 2012;
• 17 gennaio 2017;
• 18 e 19 ottobre 2018;
• 16 novembre 2019;
• 24 e 25 ottobre 2021 ed infine l'evento dei giorni nostri.

"Ma ci si chiede - incalza l'esperto - come mai dopo le piogge alluvionali dell'ottobre del 2018 e dopo quelle dell'ottobre 2021 nulla è stato fatto per ripulire e arginare adeguatamente i corsi d'acqua? E i rimborsi dei danni del 2018, che fine hanno fatto? Siamo in un limbo eterno. E la declaratoria ministeriale per le piogge alluvionali del 2021? Come mai non è stata ancora decretata dal Ministero, nonostante la Giunta di Governo Regionale abbia ottemperato a quanto avrebbe dovuto fare? Assistiamo a uno scollamento fra le attività agricole del territorio e molti degli uffici che dovrebbero, invece, aver cura non soltanto del territorio, ma anche degli agricoltori stessi. E, quindi, ancora una volta danni su danni, tutto sempre e solo sulle spalle delle imprese".

Non va meglio nella fascia costiera specializzata in orticoltura da serra, dove molte aziende hanno perduto non solo le coltivazioni ma perfino le strutture, a causa del forte vento. Un'economia devastata per non parlare di un territorio lasciato a se stesso.

Il carico idrico rilasciato dal ciclone ha causato violente inondazioni di alcune aere agricole della zona, a causa anche di un improvvido accumulo nella diga Ragoleto che sembra avere riversato ingenti quantità di acqua accumulata sulle aree di agricoltura intensiva di Macconi, Acate e Gela. L’intasamento e l’esondazione del fiume Ippari ha altresì allagato l’intera area di Cammarana, a Scoglitti, sommergendo decine di ettari di serre e di coltivazioni arboree. 

E le Istituzioni dove sono? La Regione non ha ancora proclamato lo stato di calamità naturale. L'atto declaratorio avverrà nei prossimi giorni, mentre il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha sorvolato (sempre nella mattinata di ieri, 12 febbraio 2023), a bordo di un elicottero, le aree del ragusano colpite dal ciclone mediterraneo.

Il governatore ha visitato i luoghi della Sicilia orientale per constatare personalmente l'entità dei danni prodotti dall'ondata di maltempo e partecipare ad alcuni incontri istituzionali appositamente convocati.

Renato Schifani (secondo da sx.) al vertice istituzionale presso il palazzo della Provincia di Siracusa

"La nostra presenza qui è un modo per dimostrare la vicinanza mia personale e del governo regionale a questi territori duramente colpiti dal maltempo - ha detto Schifani -  ma è anche un modo per ringraziare i sindaci e i prefetti che sono sempre in prima linea.
Assicuro che il nostro impegno non mancherà. In settimana dichiareremo lo stato di crisi, ma dobbiamo correre. Interverremo immediatamente sulla base dei suggerimenti delle autorità locali per risolvere le necessità più urgenti. Utilizzeremo i fondi regionali e chiederemo anche di poter attingere a quelli extra regionali.

Sorvolo sulle zone colpite dal maltempo

Nei prossimi giorni vedremo gli effetti di queste "visite" sui luoghi dei disastri.