L'innovazione nelle tecniche colturali gioca un ruolo fondamentale nel comparto ortofrutticolo e ne determina la crescita, grazie a soluzioni che richiedono sforzi non indifferenti nella ricerca applicata. Le energie profuse, con l'ausilio di collaborazioni con consulenti e istituti di ricerca internazionali, infatti, hanno permesso al Centro Seia, nel corso degli anni, di elaborare importanti novità nel campo della produzione fuori suolo, facendone un suo punto di forza. Per approfondire questo importante tema, abbiamo incontrato l'agronomo Vito Tumino, tecnico di produzione Centro Seia, specializzato nella coltivazione di piante in fuori suolo.
Vito Tumino
"L'offerta produttiva del Centro Seia - ha detto il responsabile tecnico - si caratterizza anche per la produzione di piante fuori suolo per coltivatori altamente specializzati. I substrati da noi utilizzati sono fondamentalmente di due tipi: cubi di fibra di cocco e cubi di lana di roccia. Inizialmente, il substrato esclusivamente utilizzato era la lana di roccia, ma negli ultimi anni si è ampiamente diffuso l'uso dei cubi di fibra di cocco sia per piante innestate, sia per piante standard. I suddetti substrati sono differenti tra di loro per molti aspetti, che condizionano notevolmente la tecnica produttiva da seguire. I cubi di fibra di cocco si differenziano nettamente per forma e peso rispetto ai cubi di lana di roccia e questo ha riflessi non solo sulla disponibilità idrica, ma anche su accorgimenti da seguire in vivaio per assicurare la stabilità della pianta, soprattutto quando lo standard richiesto prevede branche molto sviluppate".
Piante in coltivazione in cubi di lana di roccia
Tecnicismi, quelli riportati dall'esperto del Centro Seia, che non sono fini a se stessi, ma volti a una migliore performance del risultato finale in produzione, come conferma qui di seguito.
"La produzione di questa particolare tipologia di piante - spiega infatti - necessita di specifici mezzi produttivi e idonei accorgimenti tecnici per far fronte alle esigenze particolareggiate dei nostri clienti, ossia l'ottenimento della presenza di grappolo fiorale ben evidente, apertura del fiore entro un intervallo definitivo, idoneo sviluppo dell'apparato radicale per una pronta ripartenza della pianta, numero di foglie sotto il primo palco. La realizzazione in vivaio, negli ultimi anni, di strutture tecnologiche avanzate, provviste sia di impianti di illuminazione artificiale sia di una centrale di fertirrigazione altamente professionale - il tutto gestito attraverso un avanzato software di controllo del clima - è stato di fondamentale importanza per un ulteriore miglioramento qualitativo del substrato".
Piante in coltivazione su panetti di fibra di cocco
I mezzi di produzione da soli, va detto, non sono sufficienti per conseguire il risultato ambito, ma devono essere abbinati all'esperienza maturata nel corso degli anni, che ha visto il processo produttivo impegnato anche nello sviluppo di modelli propri del Centro Seia per l'individuazione delle condizioni ottimali di illuminazione, clima e nutrizione.
"L'interesse da parte dei clienti verso la nostra produzione vivaistica - ha concluso Tumino - non deriva solo dalla capacità di produrre secondo gli standard richiesti, ma anche dalle procedure sanitarie poste in atto dal vivaio durante l'innesto, attraverso la produzione di piante certificate secondo uno specifico protocollo di processo. Si deve tener conto, durante l'intera fase produttiva, di tutte le procedure di profilassi fitosanitarie riguardanti l'ambiente di produzione e le varie operazioni di manipolazione".
Per maggiori informazioni:
Dr. Vito Tumino
Centro SEIA
C.da Piombo s.n.c
Ragusa (RG) - Italy
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