Tra gli eventi più tristi che possano esistere, soprattutto in un contesto socio-economico complesso come quello attuale, c'è la deliberata decisione di mandare al macero del cibo. Negli ultimi anni, tale gesto, spesso dettato da rabbia e disperazione, si è ripetuto tra diversi produttori. Abbiamo raccolto la testimonianza di un orticoltore pugliese il quale, a causa del pessimo andamento commerciale del prodotto, ha scelto di distruggere buona parte della sua coltivazione di sedano.
"Clima per niente favorevole, richieste nulle e prezzi di vendita per pianta di circa 0,06 €/pianta, rispetto ai 0,18-20 €/pianta dello scorso anno. Qualche giorno fa, ho deciso di abbattere oltre 150mila piante (quasi 2 ettari). Quei pochi intermediari che si affacciano nei campi, visionano la produzione e trovano mille difetti, per poi proporti quotazioni da fame. Vengono solo a umiliarci. Preferisco mandare al macero la merce, piuttosto che accettare questo svilente trattamento economico". Così ci spiega da Andria (provincia di BAT) Pasquale Losito, produttore di sedano da dicembre a marzo, grazie a una attenta programmazione dei trapianti.
L'andamento climatico mite ha poi influito negativamente sulla coltivazione, in quanto ha fatto accavallare i trapianti di agosto e settembre. "Le alte temperature e le giornate prevalentemente soleggiate hanno contribuito a far crescere le partite quasi simultaneamente", riprende l'agricoltore.
"A parte la tristezza, avverto anche un senso di rassegnazione, vista la frequenza di questi spiacevoli episodi. Che continueranno a ripetersi, se permarrà questa tendenza a sottovalutare produzioni che il consumatore finale non acquista di certo a pochi centesimi, Mi duole, adesso, pensare a quanto tempo ho sottratto alla mia famiglia per dedicarmi al lavoro. Chiedo di evitarci inutili umiliazioni. Fa davvero molto male sentire giudizi da chi poco o nulla conosce su come condurre un ettaro di terreno".
Pasquale Losito ha ancora 200mila piante di sedano non ancora vendute. "Sono alla ricerca di seri compratori. Non chiedo cifre alte, ma solo il rispetto per il mio lavoro che, come ogni anno, inizia da agosto, tenendo in considerazione che i costi medi di produzione si aggirano intorno a 0,10 €/pianta".
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Pasquale Losito
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