"La campagna finocchi di quest'anno è caratterizzata da un'eccessiva offerta produttiva, quotazioni basse, consumi assenti, temperature che non invogliano i consumi, e l'export è fermo". A sostenerlo è Raffaele Rosa di GRG di San Marzano sul Sarno (Salerno).
"La situazione per ora non è delle migliori - prosegue Raffaele - poiché, per via delle temperature più elevate rispetto alla media del periodo durante i mesi di novembre e dicembre, allo stato attuale si sta manifestando una sovrapproduzione di finocchi nei principali areali di produzione italiana (Abruzzo, Campania, Calabria e Puglia). E, fra le altre cose, la qualità difetta un po'. L'area da cui mi sto approvvigionando al momento è la Calabria: qui ci sono pochi appezzamenti in cui la qualità del prodotto risulta buona; in prevalenza, i finocchi sono di qualità discreta".
"Sempre per via delle temperature più elevate rispetto alla media del periodo, sembra che i consumi stentino a decollare e, allo stesso modo, la richiesta da parte di mercati e retailer non è elevata. A questo poi si aggiungono quotazioni basse: si è passati dai 2,50 euro al chilo di gennaio 2022, quando mancava oltre il 20% di prodotto, agli attuali 80/90 centesimi di euro al chilo. Il problema che stiamo riscontrando è questo: prezzi bassi, a fronte di costi di produzione elevati. Tra l'altro, pure le esportazioni sono ferme, perché gli altri paesi europei hanno ancora prodotto interno".